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È morto Marcello Gandini, addio al papà delle Lamborghini indimenticabili

è morto marcello gandini, addio al papà delle lamborghini indimenticabili

Marcello Gandini

Marcello Gandini, uno dei più grandi maestri della storia del car design, è morto ieri, mercoledì 13 marzo, all’età di 85 anni, a Rivoli, in provincia di Torino. Il nome di Gandini è strettamente legato alla storia dell’automobilismo: è lui che ha disegnato modelli iconici come le Lamborghini Miura e Countach, la Lancia Stratos, la Ferrari GT4 e l’Alfa Romeo Montreal.

Supercar rivoluzionarie ma non solo

La carriera di Marcello Gandini è costellata di una serie di successi che hanno dimostrato tutto il talento e la versatilità da car designer visionario, capace di saper vedere oltre. Dalla sua mano sono nati miti indiscussi come la Miura e la Countach, pietre miliari della storia di Lamborghini, e la Lancia Stratos Zero, ma anche auto prodotte in grandi volumi, come la Renault Supercinque, la Citroen BX e la Mini 90/120. Oltre ad aver lavorato per la Bertone, Gandini ha svolto anche attività da designer indipendente collaborando con diverse Case come Toyota, Nissan e Sabaru.

La militanza in Bertone e l’attività da freelance

Classe 1938, nato a Torino, la passione di Gandini per meccanica e design dell’auto nasce sin da bambino. Prova a fare il suo ingresso nel gruppo Bertone a 25 anni, ma Giorgetto Giugiaro, all’epoca capo progettista, si oppone alla sua assunzione. Dopo un paio di anni alla carrozzeria Marazzi, quando Giugiario lascia l’azienda, Gandini entra in Bertone, dove rimane per 14 anni durante i quali crea auto rivoluzionarie come la Lamborghini Countach, la Miura, la Fiat X1/9 e la prima BMW Serie 5.

Dopo aver lasciato la Bertone, dal 1980 Gandini opera da freelance, realizzando il design di diversi modelli di Maserati tra cui Shamal, la seconda generazione della Ghibli e la quarta generazione della Quattroporte. Il designer torinese dà vita anche alla Cizeta V16R, supercar caratterizzata da tratti spigolosi, basata sul progetto per la Lamborghini Diablo che venne bocciato da Chrysler, all’epoca proprietaria del marchio del Toro.

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