Dakar, il quarto sigillo di Sainz Sr. Per Carlitos c’è la tentazione Audi
Sainz ha fatto suo il rally motoristico, battendo la concorrenza di un altro Fenomeno del fuoristrada, il francese Loeb. Il padre del Carlitos di Rosso vestito si era già imposto nel 2010, nel 2018 e nel 2020, Una con Volkswagen, una con Peugeot, una con Mini. E ieri con la Audi è diventato il vincitore più anziano di una Dakar. “El Matador”, come lo chiamano in Spagna, ha 61 anni. Era balzato al comando del raid alla fine della sesta tappa e ha amministrato il suo vantaggio per tutta la seconda settimana grazie ai suoi compagni di squadra dell’Audi, lo svedese Mattias Ekström e il francese Stéphane Peterhansel. Sul podio il belga Guillaume De Mevius su Toyota e Sébastien Loeb con il suo Prodrive Hunter.
L’erede. A festeggiare il paparino (due volte iridato nei rally) sul traguardo c’era anche Sainz junior. Il legame di famiglia è fortissimo. Carlitos è cresciuto venerando il mito del genitore, anche se agli sterrati ha preferito l’asfalto dei circuiti da Gran Premio. “Sono molto orgoglioso di lui – ha spiegato il rampollo –. Mi ha insegnato il valore della competizione, guidiamo ovviamente automobili diversissime ma l’istinto per la velocità è identico, appartiene a me come a lui. Per ora papà è nettamente in vantaggio per mondiali vinti, ma sono sicuro che non gli dispiacerebbe se iniziassi ad imitarlo…”.
In sintesi. Sainz senior è un uomo Audì. La casa tedesca ha già fatto sapere che dirotterà altrove i suoi interessi agonistici: con la Dakar. Cioè ha comprato il team Sauber e dal 2026, salvo ripensamenti, il colosso tedesco sbarcherà in F1.
Ebbene, nell’ambiente dei Gp tutti sanno che Audì ha offerto a Sainz2, il figlio, un contratto da prima guida. E per ora Carlitos, in scadenza a Maranello a fine 2024, ancora non ha rinnovato con la Rossa.
Cosa gli suggerirà il babbo?…