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Con la Revuelto Lamborghini rivede l’idea di supercar

VALLELUNGA (ROMA). Nell’anno in cui spegne sessanta candeline, Lamborghini ridefinisce il concetto di supercar, dopo averlo creato con la Miura oltre mezzo secolo fa. E la nuova Revuelto – come da tradizione, il nome di un toro – non lo fa con lo stile o con le prestazioni in senso assoluto, ma con la facilità con cui permette al suo pilota di esplorarle e di sfruttarle sempre di più. Usare l’aggettivo facile per un’auto che scarica a terra oltre 1.000 CV (qui sotto spieghiamo come) può sembrare sconsiderato, ma in questo caso non lo è. Lo abbiamo capito dopo averla guidata sul tracciato di Valleunga, che alterna tratti molto veloci ad altri piuttosto lenti. Fatta la tara alle prestazioni in linea retta e convinti gli organi interni a non scambiarsi di posizione dopo aver esperito lo scatto da 0 a 200 km/h in 7 secondi, si inizia a capire il modo sublime con cui la Revuelto affronta le curve. I due motori elettrici anteriori aiutano il muso a inserirsi in traiettoria, mentre il retrotreno sterzante fa altrettanto con la coda. Il risultato è che la Lamborghini restituisce una agilità solitamente sconosciuta a una vettura lunga quasi cinque metri e con una massa di 18 quintali. A questa prontezza in ingresso corrisponde una trazione incrollabile in uscita di curva, dove l’elettronica gestisce con estrema precisione il grip disponibile su ogni singola ruota. Utilizzando la modalità Corsa, le perdite di aderenza sono ridotte al minimo per massimizzare la prestazione, mentre scegliendo la modalità Sport il cervellone privilegia il divertimento, consentendo al posteriore di allargare e al pilota di esibirsi in una derapata controllata, ma sempre senza esagerare: altrimenti la stabilità viene ripristinata con piccoli interventi mirati. Tutto questo avviene manovrando uno sterzo leggero (forse fin troppo) e molto preciso, che dà al pilota molta fiducia, al pari del pedale del freno. L’impianto frenante è potente e non conosce il concetto di fatica: quando si inizia a staccare forte per più di due giri consecutivi, sono i pneumatici a sentire la fatica, ma del resto non si tratta gomme pensate espressamente per la pista. Perché, come dice l’ad di Lamborghini Stephan Winkelmann «Solo una minima parte di chi ha ordinato la Revuelto la porterà in circuito, per questo cerchiamo di invogliarli con diverse iniziative». A proposito di ordini: Lamborghini ha già venduto ( a scatola chiusa, nessun cliente ha provato l’auto) tutta la produzione fino al 2026, circa 4.000 unità, considerando che il prossimo anno le linee di Sant’Agata Bolognese andranno a regime. Chi si è messo in attesa della propria Revuelto ha speso molto più dei 510 mila euro del prezzo di listino. «Abbiamo avuto una grande richiesta di personalizzazione. In media ogni auto venduta totalizza tra 150 e 200 mila euro di opzioni quasi su misura» agguinge Winkelmann, per poi ricordare che nei prossimi cinque anni l’azienda emiliana sosterrà l’investimento più grande della sua storia. Il focus è l’elettrificazione: la Revuleto è la prima Lamborghini ibrida, anche se il suo pezzo forte rimane sempre il superbo V12 che non a caso è stato lasciato al centro del cofano posteriore. «La nostra volontà è continuare sviluppare i propulsori endotermici come parte di un sistema ibrido. Nel 2024 toccherà alla Urus e poi alla nuova Huracan che sarà completamente ibrida. Il secondo passo nel 2028 con Lanzador che sarà la prima 100% elettrica» conclude Winkelmann.

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