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Batterie, per il riciclo del litio si guarda alla Sardegna

Il complesso produttivo di Portovesme potrebbe essere dedicato al recupero di materie prime "critiche" dalle batterie a fine vita

Batterie, per il riciclo del litio si guarda alla Sardegna

Li-Cycle guarda alla Sardegna per la produzione dei materiali necessari alla composizione delle batterie per auto elettriche. Insieme a Glencore, infatti, l’azienda si prepara ad inaugurare il primo Recycling hub italiano ed europeo per la produzione di litio riciclato di qualità oltre che nichel e cobalto riciclati a Portovesme, sulla falsa riga di quanto fatto dalla stessa Li-Cycle a Rochester, negli USA, dove entro la fine dell’anno nascerà il primo hub di questo tipo.

Riciclo batterie

Nei giorni scorsi le due aziende hanno sottoscritto una lettera di intenti per valutare congiuntamente la fattibilità e il successivo sviluppo di questo complesso produttivo: l’obiettivo è riuscire a capire quanto sia possibile realizzare un impianto per lavorare fino a 70.000 tonnellate di massa nera all’anno, pari ad un massimo di 600.000 veicoli elettrici. Numeri che, per essere soddisfatti, comporteranno almeno 5 milioni di euro di investimenti solo per realizzare la prima linea pilota sul litio, che occuperebbe una ventina di persone e partirebbe entro la fine dell’anno, e ulteriori 500 milioni per la trasformazione del comprensorio nel comune di Portoscuso.

I numeri dell’impianto

Una volta operativo, l’hub di Portovesme dovrebbe avere una capacità di trattamento pari a 50-70.000 tonnellate di Black mass all’anno, l’equivalente di circa 36 GWh di batterie agli ioni di litio. Stando a quanto riferito da Repubblica in edicola questa mattina, l’impianto sarà gestito da una joint-venture paritaria tra Glencore e Li-Cicle: questo significa che le due aziende, che per altro hanno già accordi per ritirare le batterie a fine vita da diverse case in Francia, in Germania e in Norvegia, avranno nella nuova società una quota del 50%.

L’ostacolo principale

“Oggi le linee di produzione sono in gran parte ferme e la storia del sito è segnata da operai costretti a salire sulle ciminiere per difendere il lavoro – l’allarme che si legge sul quotidiano – Mercoledì prossimo al tavolo tecnico ministeriale, guidato dalla sottosegretaria Fausta Bergamotto, l’ad della società Davide Garofalo dovrebbe annunciare il riavvio della produzione dello zinco, che dà lavoro al 90% dei 1.500 addetti, sospeso causa il caro-energia. Ripartenza che fa pensare a soluzioni, trovate con il governo, per avere prezzi calmierati dell’energia e a mosse obbligate da parte dell’impresa per parlare del dossier riconversione“.

FP | Andrea Trezza RIPRODUZIONE RISERVATA

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