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Auto con un nuovo nome: da Milano a Junior, non è la prima volta

Alfa Romeo ha ribattezzato Junior la Milano, ricordiamo altri casi simili

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È stata una grande sorpresa: Alfa Romeo ha cambiato il nome della Milano, la sua novità più attesa dell’anno, ribattezzandola Junior poco dopo il debutto ufficiale. Il caso sta facendo molto discutere, sia in Italia che all’estero, ma è mai successo qualcosa di simile prima d’ora?

La risposta è sì. Non solo. Molte auto sono diventate famose attraverso l’uso di vari appellativi, di solito in altri mercati o perché il nome comune ha un significato critico in alcune lingue.

Un caso precedente

È interessante notare che una ridenominazione spontanea è avvenuta anche presso un altro produttore italiano: nel 2003 Fiat ha presentato la sua nuova utilitaria con il nome “Gingo“. Le brochure e le istruzioni per l’uso erano già in stampa quando, senza sorpresa, Renault si è opposta per l’assonanza con il nome “Twingo” e così la Fiat Gingo è diventata la seconda generazione della Panda.

La Fiat Panda di seconda generazione

Paese che vai, nome che trovi

La causa più comune del cambiamento dei nomi dei modelli è comunque legata alla globalizzazione. Ad esempio, quando il nome ha un significato negativo in alcune lingue si cambia. In Spagna, ad esempio, “Pajero” non è un termine diciamo “elegante”, per cui il fuoristrada Mitsubishi lì si chiama “Montero”.

In Portogallo “Kona” è un termine piuttosto volgare, perciò sul retro del piccolo SUV Hyundai c’è scritto Kaui. Anche la Tata Zica per colpa del virus Zika è stata ribattezzata “Tiago” (la Toyota “Corona” è arrivata molto prima del Covid-19).

VW Dasher (1974)

Negli Stati Uniti Volkswagen ha cambiato Passat in Dasher nel 1974 e Golf in Rabbit. La Suzuki Swift si è chiamata Cultus e negli Stati Uniti Geo Metro.

Una questione di “tradizione”

Nel migliore dei casi, le case mantengono i nomi della tradizione, pensiamo alla BMW Serie 5 (dal 1972) o, naturalmente, alla Volkswagen Golf (dal 1974), ma altre volte cambiano. Nel 1994, Audi ha trasformato la 80 in A4 e la 100 in A6. Allo stesso modo, la A4 diventerà presto la A5 e la A6 la A7. In futuro i numeri dispari caratterizzeranno le serie con motore a combustione, mentre i numeri pari saranno riservati alle auto elettriche del marchio dei quattro anelli.

Nel Regno Unito, la Ford Scorpio ha continuato a chiamarsi Granada fino all’importante lifting del 1994; la Vauxhall Astra era già disponibile nel 1980 e Opel ha rinominato la Kadett solo nel 1991.

Nel 2018, l’attuale Toyota Corolla viene ancora presentata come Auris.

Anche Volvo ha cambiato alcuni nomi: la XC40 Recharge è la EX40, la C40 Recharge la EC40. Ci sono pure case che sono tornate sui loro passi: Hyundai ha rinominato per un po’ la Tucson in ix35 e Toyota ha sostituito la Corolla in Europa con la Auris, con costi enormi.

Nuovi proprietari, nuovi nomi

Dopo le fusioni o le acquisizioni ci sono stati spesso dei cambi di nome, pensiamo alla recente trasformazione di SsangYong in KG Mobility. La Talbot Arizona, invece, è diventata Peugeot 309 dopo la liquidazione del marchio e allo stesso modo la DAF 77 è diventata Volvo 343 nel 1976.

L’agonia della scelta: il caso Ford Fiesta

Infine, una digressione sul modo in cui le serie di modelli famosi di oggi hanno ottenuto il loro nome. Prendiamo ad esempio la Ford Fiesta. Il nome è stato scelto nella primavera del 1974, circa due anni prima dell’inizio della produzione della successiva Fiesta. Fino ad allora, l’utilitaria veniva chiamata internamente “Bobcat”. Ma chi, al di fuori dei Paesi di lingua inglese, lo avrebbe apprezzato? Inoltre, l’affiliata Ford Mercury aveva da poco lanciato negli Stati Uniti un’auto chiamata Bobcat. 

Così ebbe inizio la ricerca: un termine breve, facile da pronunciare, dal sapore europeo, facile da abbinare al nome Ford e comprensibile ovunque. Da 50 proposte iniziali, la selezione si ridusse a 30 e infine a 10 idee: Amigo, Bambi, Bebe, Bolero, Bravo, Cherie, Tempo, Chico, Fiesta, Forito, Metro, Pony e Sierra.

Ford Fiesta 1976 e 2006

Dai sondaggi emerse che il 10% degli intervistati confondeva Sierra con Siesta. Amigo, Fiesta e Sierra erano troppo legate alla Spagna, anche se la Fiesta sarebbe stata costruita in gran numero in quel Paese e agli inglesi non piaceva il Pony, mentre ai tedeschi non piaceva il Bambi.

La prima Fiesta venne progettata a Colonia, come mostra questa foto del 1974, e alla fine la decisione venne presa nel 1975 da Henry Ford II in persona. “La chiameremo Fiesta!”, ordinò Ford. Ma per farlo era necessario il permesso della General Motors. Ford stesso prese il telefono e chiamò l’allora capo della GM Tom Murphy. La risposta fu: “Volete la Fiesta? È vostra!”.

Fotogallery: Ford Fiesta (1976-1983)

20 Foto

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