rifornimento auto a benzina e diesel
In sostanza, ha spiegato il ministro dei Trasporti tedesco, Volker Wissing, potranno essere registrati nuovi veicoli con motori a combustione interna anche dopo il 2035 se rispetteranno le norme sui combustibili a emissioni neutre. E dunque apertura all’e-fuel e grande spinta al settore in Germania.
Ma di cosa si tratta e perché questa partita è stata al centro di molti colloqui durante questo ultimo Consiglio europeo? E cosa intendeva dire la presidente del Consiglio Giorgia Meloni quando, a margine dell’Eurosummit, ha detto: “La partita dei biocarburanti non è affatto persa”?
Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha replicato così all’accordo annunciato da Timmermans: ”Il governo è determinato a proseguire nella strada del buonsenso: a tutela di posti di lavoro, ambiente e attività produttive e per non fare solo un enorme regalo alla Cina è necessario che l’Europa apra anche ai biofuels”.
Dunque e-fuels si, bio-fuels no. Ecco perché il nostro Paese è penalizzato da questo accordo.
Gli e-fuel sono carburanti sintetici, ancora molto costosi (circa 10 euro al litro) ma che possono essere miscelati con combustibili tradizionali. Sono inoltre di facile stoccaggio esattamente come gli attuali carburanti. Gli e-fuels sono in grado di abbattere le emissioni di gas climalteranti, essendo carbon neutral, e sono utilizzabili nei tradizionali motori endotermici.
In Germania sono stati fatti grandi investimenti su questo settore da produttori di componenti per auto come Bosch, ZF e Mahle, tutti membri membri della eFuel Alliance, una lobby del settore.
Il primo impianto commerciale al mondo è stato aperto in Cile nel 2021 e sostenuto da Porsche con l’obiettivo di produrre 550 milioni di litri all’anno. Nello stabilimento cileno, Porsche ha anche effettuato il primo rifornimento di una 911, modello iconico della casa tedesca, tra i suoi best seller.
Mentre Bmw ha investito 12,5 milioni di dollari nella start-up di e-fuel Prometheus Fuels.