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Tutte le auto elettriche fatte in Cina colpite dai dazi

Scopriamo quali sono le auto a batteria cinesi (e non solo) che potrebbero presto scaricare i nuovi dazi europei sui prezzi di listino

tutte le auto elettriche fatte in cina colpite dai dazi

L’annunciato arrivo di nuovi dazi imposti dalla Commissione europea sull’importazione di auto elettriche cinesi, entrerà in vigore il prossimo 4 luglio, anche retroattivamente se non si arriverà a un diverso accordo entro il 2 novembre tra le autorità di Bruxelles e il governo e i costruttori asiatici.

La proposta dell’Europa è quella di aggiungere all’attuale imposta del 10% un ulteriore dazio sulle auto a batteria importate dalla Cina che varia da un minimo del 17,4% a un massimo del 38,1%.

Questo significa che alcune EV cinesi vendute nel Vecchio Continente potranno essere costrette a pagare un dazio totale fino al 48,1%, costringendo i produttori ad aumentare i prezzi di una quota non ancora definita.

Tesla annuncia già i primi rincari causa dazi

La prima Casa a darne conferma è Tesla che per la sua Model 3 prodotta in gran parte nella gigafactory Shanghai per l’Europa parla di un possibile aumento di prezzo proprio dal 1° luglio 2024 “a causa dei dazi sull’importazione previsti”.

Tesla Model 3

Ma quali sono gli altri modelli Made in China già venduti in Europa che potrebbero presto subire sensibili aumenti dei listini? Cerchiamo di scoprirlo assieme.

Dazi diversi a seconda dei gruppi

Al momento la Commissione europea prevede di tassare differentemente i diversi gruppi cinesi e le loro auto elettriche sulla base degli aiuti di stato già ricevuti in patria e del livello di collaborazione prestato nella fase di indagine avviata prima della proposta dei nuovi dazi 2024.

Ci sono quindi gruppi come BYD che si preparano ad affrontare un dazio aggiuntivo del 17,4% e Geely che vede l’imposta d’impostazione europea crescere del 20%, mentre a SAIC, nota in Europa per il marchio MG, spetta un balzello del 38,1%.

Di quanto aumenteranno i prezzi?

Con i dati disponibili a oggi e in attesa di conferme ed eventuali modifiche entro il prossimo 2 novembre, non è facile capire di quanto aumenteranno realmente i prezzi delle auto elettriche cinesi.

Non è infatti possibile al momento sapere se e quali di questi costruttori cinesi decideranno di trasferire il costo aggiuntivo dei nuovi dazi sul prezzo finale delle loro auto e in quale misura. Aumenti nei prezzi di listino nell’ordine del 20% e oltre sono comunque possibili e ipotizzabili nei prossimi mesi.

BYD Group (17,4%)

Ecco allora che il nuovo dazio più basso dovrebbe pagarlo il gruppo BYD, un +17,4% che verrebbe in parte riversato sul prezzo delle numerose elettriche già vendute in Europa e in arrivo.

BYD ATTO 3

BYD Dolphin

Tra queste citiamo le compatte Atto 3 e Dolphin, ma anche le berline Han e Seal, oltre ai SUV Tang e Seal U.

BYD Seal

BYD Seal U

Da non dimenticare sono poi i previsti arrivi in Europa del marchio Denza con la monovolume Denza 9 e la sportiva Denza Z9 GT, della Fangchengbao Bao 5 e della super sportiva Yangwang U9, tutte nel mirino dei nuovi dazi.

Geely Group (20,0%)

Un altro gruppo cinese che si appresta ad affontare il “salato” aumento dei dazi in Europa (20,0%) è il gruppo Geely, quello che raccoglie tra gli altri marchi anche smart, Volvo, Polestar, Lotus e Lynk & Co.

Volvo EX30

smart #1

Il grosso delle importazioni elettriche in Europa è però rappresentato al momento dalla Volvo EX30, ma anche dalle smart #1 e smart #3, dalla Polestar 2, dalle Zeekr 001 e Zeekr X e dalla Lotus Eletre.

Polestar 2

Lotus Eletre

A essere colpite dai prossimi aumenti di prezzo dovuti ai nuovi dazi saranno anche gli altri modelli in arrivo in Europa come la Volvo EX90, le Polestar 3 e Polestar 4 e la Lotus Emeya.

SAIC Group (38,1%)

Il gruppo più colpito dai nuovi dazi europei all’importazione è anche il più grande dei colossi cinesi, quel SAIC Motor che oggi è presente da noi col marchio MG e si prepara a dover versare una tassa aggiuntiva del 38,1%.

MG4

MG Marvel R

A essere in vista di aumenti di prezzo a partire da luglio sono quindi modelli a batteria come la compatta MG4, la wagon MG5 e i SUV Marvel R ed MG ZS EV, senza dimenticare la Cyberster in arrivo.

Piccoli numeri di vendita li fanno anche i monovolume elettrici Mifa 9 e Maxus Euniq 5, altri candidati all’aumento dei prezzi.

Aiways, BMW Brilliance Automotive, Chery, FAW, Dongfeng, Great Wall, Leapmotor, Nio, Tesla, Xpeng (21,0%)

Chi invece dovrà affrontare un’imposta aggiuntiva del 21,0% sono altri gruppi che hanno partecipato all’indagine della Commissione europea sui dazi come Aiways, BMW Brilliance Automotive, Chery, FAW, Dongfeng, Great Wall, Leapmotor, Nio, Tesla e Xpeng.

Ricordiamo che Aiways vende già in Europa la U5, mentre BMW commercializza la iX3 e Chery propone un paio di modelli con marchi diversi, compresa la Omoda E5.

BMW iX3

Omoda E5

FAW è al momento presente in Europa con il grande SUV elettrico Hongqi E-HS9 e Dongfeng propone la Forthing Friday EV e la Voyah Free, oltre alla Dacia Spring fatta con Renault. GWM vende da noi la Ora 03.

Dacia Spring

Leapmotor T03

Leapmotor vende già in alcuni Paesi europei la piccola T03 e si appresta a importare la C10 che però potrebbero essere presto prodotte anche in Europa, mentre NIO, altra candidata al dazio aggiuntivo del 21%, propone i SUV a batteria EL6, EL7, ES8, ET5 ed ET7.

Nio EL6

Xpeng G9

Tesla produce invece in Cina la citata Model 3 per il mercato europeo e probabilmente una piccola parte delle Model Y, con Xpeng che vende nel Vecchio Continente i modelli G9 e P7.

Altri (38,1%)

Gli altri e non meglio precisati costruttori cinesi di auto elettriche dovranno invece pagare un dazio del 38,1% sui modelli costruiti in Asia e importati in Europa. Tra questi ci potrebbero essere le EV prodotte in Cina e vendute in Europa da altri gruppi come JAC o Yudo, oltre ad alcune “insospettabili” elettriche cinesi dal marchio europeo.

Tra queste segnaliamo la nuova Cupra Tavascan prodotta in Cina da Volkswagen e JAC, mentre non è chiaro se le nuove MINI Cooper elettriche costruite a Zhangjiagang da BMW e Great Wall Motor ricadono nell’accordo precedente con dazio del 21,0%.

Cupra Tavascan

MINI Cooper SE (2024)

DR 1.0

Un velo di incertezza avvolge anche l’eventuale serie di nuovi dazi europei che potrebbe colpire quelle auto elettriche costruite in Paesi europei sulla base di modelli cinesi, come ad esempio l’italiana DR 1.0 che prende origine dalla Chery eQ1.

Per queste dovrebbero valere le regole sulla determinazione dell’origine dei prodotti indicate dalla stessa Commissione europea secondo le quali il Paese di produzione è quello in cui si forma almeno il 45% del valore aggiunto dell’auto (qui il PDF della Commissione).

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