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Suzuki Swift 2024: immagini, anticipazioni, ibrido, uscita

In attesa di conoscere il nuovo corso della Suzuki – che nei prossimi anni, entro il 2030, sancirà il debutto di cinque elettriche dedicate al Vecchio Continente, tra cui una versione Bev dell’iconica Jimny – il costruttore di Hamamatsu continuerà a fare quel che ha sempre fatto fino a oggi: evolvere, senza strappare col passato, la gamma attuale, fatta di modelli di stampo tradizionale ma sempre competitivi, costruiti su linee guida come il contenimento dei pesi (per abbassare la CO2 e valorizzare il rendimento di motori di piccola cilindrata), la concretezza e un impegno forte nel segmento B, da sempre specialità della Casa. L’ultimo esempio in questo senso, è la nuova Suzuki Swift, che dovrebbe essere presentata tra qualche mese per poi arrivare sul mercato tra la fine del 2023 e i primi mesi del 2024.

Ancora “mini”. La Swift è sempre stata, tra le utilitarie Suzuki, quella dal piglio un po’ più dinamico, che nel tempo ha portato alla nascita della versione Sport con la generazione precedente all’attuale: in tal senso, nulla dovrebbe cambiare nemmeno con la prossima serie, frutto di un’evoluzione a tutto tondo, che alcuni muletti camuffati hanno già fatto intravedere. Come al solito, dunque, è dalle “foto spia” che traggono origine i nostri rendering, con cui ricostruiamo le fattezze della nuova vettura. La quale, anzitutto, non sembra aver minimamente intaccato le sue tipiche proporzioni da hatchback supercompatta (le dimensioni non dovrebbero crescere di molto rispetto alle attuali: 3,85 metri di lunghezza per 1,74 di larghezza e 1,48 di altezza) né il tipico taglio del padiglione, alto davanti (con un ampio parabrezza e montanti anteriori lunghi) e più schiacciato dietro, dove i montanti C sono corti e il lunotto abbastanza stretto.

Come cambia. L’impressione generale è che la giapponesina, in questa nuova generazione, abbia arrotondato un po’ i suoi lamierati e modificato alcuni dettagli che, comunque, la rendono riconoscibile. La maggior parte delle novità si concentrano nella zona anteriore, caratterizzata da un cofano “a coperchio” e da un frontale un po’ più verticale (e anche meno elaborato) rispetto a quello del modello attuale. La rivisitazione generale del muso ha introdotto, poi, gruppi ottici dal design più moderno, evidenziati da una firma a Led, e una mascherina di dimensioni e sagomatura differenti rispetto a quella attuale. Osservando le fiancate, invece, si nota come le maniglie posteriori, oggi piazzate sul montante, siano state riportate in una posizione più convenzionale.

Abitacolo da “svecchiare”. Al momento mancano all’appello indizi sugli interni: ci aspettiamo che la Suzuki decida di modernizzare, senza per questo ribaltarne l’impostazione, il ponte di comando della sua “hatch”, riservando – come sempre – qualche accento corsaiolo all’abitacolo della Sport. Per capirci, possiamo scordarci il cockpit avveniristico della concept Vision Gran Turismo, ma è lecito aspettarsi la presenza di un display più grande e high tech rispetto al 7 pollici offerto oggi e, magari, anche una strumentazione completamente digitale.

Ibrida sì, ma quanto? In questo quadro, c’è da capire come si evolverà la gamma motori, al momento composta dal 1.2 Hybrid da 83 cavalli (con cambio manuale a 5 marce, anche abbinato alla trazione integrale, oppure Cvt) e dal 1.4 Hybrid Boosterjet da 129 cavalli, quest’ultimo riservato alla Swift Sport. A prescindere dalla potenza, si tratta di due quattro cilindri benzina – il primo aspirato e il secondo turbo – elettrificati dall’ibrido mild: nel primo caso realizzato da un sistema a 12 Volt, con batteria da 10 Ah e l’Isg, mentre sulla versione più potente c’è un 48 Volt, il cui gruppo motore elettrico-Isg, fornisce un contributo più consistente in fase di spunto e nella frenata rigenerativa. Con la nuova Swift, la Suzuki potrebbe decidere di alzare l’asticella, magari introducendo come standard l’ibrido leggero più performante. Oppure, addirittura, di sdoganare sulla Swift il full hybrid, vista la partnership con la Toyota, che questa tecnologia già la utilizza su una compatta come la Yaris. Quest’ultimo scenario, però, appare poco probabile per due motivi: primo perché, fino a ora, la Suzuki ha riservato l’ibrido full a modelli dal posizionamento e dai margini di guadagno superiori, come la Vitara e la S-Cross; secondo, perché la maggiore ibridizzazione potrebbe generare un aumento di prezzo tale da rendere la Swift poco competitiva nel mercato delle compatte. Staremo a vedere.

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