Secondo quanto anticipato dal Financial Times i dazi aumenteranno del 25% a partire da luglio 2024
Il dado dei dazi sulle auto elettriche cinesi è tratto. Secondo quanto riportato dal Financial Times infatti Bruxelles avrebbe deciso di aumentare la tassazione sull’importazione di veicoli “alla spina” cinesi nel Vecchio Continente, portandola dal 10 a un massimo del 35%.
Perché i dazi
La mossa della Commissione Europea è una risposta ai sospetti, confermati da un’indagine durata mesi, di sussidi statali da parte della Cina ai propri costruttori, come trasferimento diretto di risorse finanziarie, prestiti, apertura di linee di credito e altri strumenti atti a favorire produzione ed esportazione di auto elettriche a prezzi particolarmente bassi. Azioni riassunte nel termine “dumping“.
Come detto manca ancora l’ufficialità ma nei mesi scorsi l’ipotesi è stata più volte sventolata, con risposte secche da parte dei vertici cinesi, irritati per l’aumento dei dazi sull’esportazione di auto elettriche. Il portavoce del ministero degli esteri Lin Jian ha annunciato contromisure per “difendere fermamente” i diritti dei costruttori cinesi, aggiungendo come l’aumento delle tariffe violerebbe i principi dell’economia di mercato. “Esortiamo l’UE a rispettare il suo impegno a sostenere il libero scambio, a opporsi al protezionismo e a collaborare con la Cina per salvaguardare la cooperazione economica e commerciale complessiva bilaterale”
I problemi
Una missione non facile per la nuova Commissione europea, che dovrà fare i conti con divisioni interne. Se infatti alcuni Paesi come Francia e Spagna hanno sempre sostenuto la necessità di aumentare i dazi, dall’altra parte Germania, Svezia e Ungheria ritengono che la mossa possa essere rischiosa e controproducente. La Cina potrebbe infatti adottare contromisure che imporrebbero un aumento dei dazi non solo sulle auto europee, ma anche su altri prodotti provenienti dal Vecchio Continente.