I responsabili della Formula 1 stanno valutando l’introduzione dell’aerodinamica attiva a partire dall’inizio della prossima era regolamentare dal 2026.
Inizialmente si è parlato di un modo per migliorare l’efficienza dei consumi, con le auto in grado di avere una configurazione a bassa resistenza aerodinamica per i rettilinei e poi passare a un assetto ad alta deportanza per le curve.
Ma la F1 sta valutando di andare ben oltre e di utilizzare l’aerodinamica attiva per contribuire a migliorare lo spettacolo.
Tuttavia si sta valutando anche l’idea di implementarlo come mezzo per rallentare il leader della gara.
Ross Brawn, amministratore delegato uscente della F1, ha rivelato che si sta pensando di utilizzarlo potenzialmente per ridurre la deportanza dei leader della gara, in modo da garantire che non riescano a prendere il largo facilmente.
In un’intervista esclusiva rilasciata alla rivista Autosport, Brawn ha dichiarato che i responsabili della F1 hanno iniziato a pensare a come utilizzare al meglio l’aerodinamica attiva.
Carlos Sainz, Ferrari F1-75
Photo by: Alessio Morgese
“Bisogna ancora capire come si può applicare e se si può fare in modo sicuro e prevedibile, ma l’aerodinamica attiva è già presente con il DRS. La domanda da porsi, tuttavia, è se si può fare qualcosa di più significativo”
“Con questo non sto dicendo che adotteremo questa soluzione, ma che può diventare un’opportunità. La vettura del 2026 è frutto delle lezioni apprese da ciò che abbiamo ora e credo che incorporeremo una qualche forma di aerodinamica attiva”.
Questa idea dell’aerodinamica attiva, che potrebbe essere definita “DRS al contrario” in quanto riduce le prestazioni aerodinamiche di una vettura, dovrebbe essere valutata attentamente prima di essere implementata.
Brawn, tuttavia, ha dichiarato come un team di esperti della FIA, tra cui il responsabile dell’aerodinamica Jason Sommerville, sia ben preparato a scavare in profondità e a comprendere appieno le implicazioni.
“Alla fine abbiamo concluso che era meglio affidare la questione alla FIA, perché avrebbero avuto accesso totale ai dati. Non ci sarebbero stati problemi di riservatezza. Non che ce ne fossero, ma ora siamo nella fase di implementazione e Jason con i suoi collaboratori hanno bisogno di vedere i dati reali delle auto. E all’interno della FIA possono farlo”.
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