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Chiara Foglietta: “Lo stop agli Euro 5? Misura non più rinviabile, ma ora servono gli incentivi”

Un provvedimento necessario, ma il cui prezzo non può essere pagato solo dai cittadini. Mentre i sindaci della cintura chiedono un ripensamento a Cirio e bocciano in toto la sua fuga in avanti, l’assessora alla Transizione Ecologica, all’Ambiente e alla Viabilità del Comune di Torino, Chiara Foglietta, commenta la decisione della Regione di anticipare di due anni il blocco dei diesel Euro 5 facendo i dovuti distinguo. «La misura, come è già stato comunicato a noi Comuni – spiega nel dettaglio –, risulta non più rinviabile, ma occorre che governo e Regione pensino a incentivi strutturali per evitare che la transizione ecologica finisca per gravare sulle tasche dei cittadini che, con lo stesso salario, già fanno i conti con l’inflazione e il caro energia».

Mettere in campo innanzitutto i bonus trasporti già annunciati dall’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati. E magari immaginare altre agevolazioni per il rinnovo del parco auto. Resta però una questione di fondo che supera pure le differenze politiche: la necessità di intervenire in maniera strutturale per migliorare la qualità dell’aria. «L’entrata in vigore della disposizione sui diesel euro 5 è stata decisa dal bacino delle regioni padane e rientra tra gli obiettivi del piano regionale di qualità dell’aria – ricorda a proposito Foglietta –. Nella pianura padana, in Piemonte e a Torino il miglioramento della qualità dell’aria è un tema non rinviabile e al centro dell’agenda di tutte le amministrazioni pubbliche. Un problema che certamente va affrontato, con politiche a breve, medio e anche a lungo termine».

L’assessora alla Transizione Ecologica fa una ammissione amara: «Al momento, purtroppo, nonostante gli sforzi già messi in campo i risultati non sono soddisfacenti». Detto che il Comune di Torino rivendica tutto quanto è stato fatto, «perché per aiutare i cittadini a lasciare a casa l’auto, occorre prima di tutto incentivare la mobilità alternativa». «Come amministrazione – puntualizza quindi Foglietta – puntiamo molto sul trasporto pubblico locale su cui abbiamo attuato un importante piano di investimenti che entro il 2027 permetterà di mettere a disposizione di chi vive e lavora a Torino mezzi più confortevoli ed ecologici, un servizio più capillare e maggiore affidabilità dei passaggi». In concreto? «In programma ci sono 700 milioni di lavori – garantisce –, il prolungamento della linea 1 della metropolitana con altre quattro stazioni, due nuove linee tramviarie e 30 chilometri di binari in più, 437 nuovi bus ecologici e 70 nuovi tram per altri 380 milioni di investimento che permetteranno di rinnovare oltre il 70% della flotta esistente con una forte crescita di mezzi elettrici. Proprio recentemente Gtt ha aggiudicato la gara per la fornitura di 225 nuovi autobus “full electric” ad Iveco Bus, grazie a oltre 150 milioni di euro di fondi Pnrr».

Un orizzonte che guarda al prossimo futuro ma che prima dovrà passare attraverso il presente dell’aumento dei biglietti Gtt a partire da ottobre. «Noi siamo consapevoli del tema della sostenibilità economica – ribatte l’assessora – e ne abbiamo tenuto conto quando è stato necessario prevedere un adeguamento nel costo del biglietto del trasporto pubblico. L’incremento riguarderà infatti soltanto i titoli occasionali, mentre resteranno invariati i prezzi degli abbonamenti settimanali, mensili e annuali, così come le agevolazioni a tutela delle categorie di cittadini più fragili economicamente, come i giovani, gli anziani o i disoccupati». Piuttosto Foglietta si concentra ancora sugli investimenti per rendere il trasporto pubblico più conveniente rispetto all’auto privata. E allora ecco un miliardo e 800 milioni di euro (oltre alla nomina di un commissario) per la realizzazione della tratta della linea 2 della metro tra Rebaudengo, Porta Nuova e Politecnico. Nel 2025 entreranno invece in servizio i Bus Rapid Transit su quella che sarà la futura linea 2 tra via Sempione e corso Traiano. Autobus elettrici con ricarica al capolinea e caratteristiche che li rendono simili ai tram: alta capacità, elevata velocità e un’infrastruttura dedicata che non interferisce con il traffico privato.

Resta un punto, che spesso viene evocato da chi critica il blocco della mobilità privata auspicando piuttosto altri interventi strutturali. Ad esempio un censimento sugli impianti di riscaldamento, per altro richiesto anche dai sindaci della provincia come misura alternativa alla stretta sugli Euro 5. «Ma anche sul fronte delle emissioni energetiche – assicura Foglietta – sono oltre 850 gli immobili di proprietà della Città che entro fine 2029 saranno oggetto di efficientamento e riqualificazione energetica, grazie all’accordo sottoscritto con Iren per rendere gli edifici più performanti dal punto di vista dei consumi e più sostenibili dal punto di vista ambientale. Un intervento che si inserisce nell’ambizioso proposito di Torino, tra le cento città europee impegnate a diminuire le emissioni entro il 2030, verso una città a impatto climatico zero»

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