Nella foto, Frederic Vasseur
Vasseur ha fin da subito avuto le idee ben chiare non solo dal punto di vista tecnico, ma anche per quanto concerne la conduzione di un team. Che ha portato al successo dapprima nella F3 francese con David Saelens, poi nella F3 europea, dominando la categoria per diversi anni con piloti come Jamie Green, Lewis Hamilton, Sebastian Vettel, Paul Di Resta, Nico Hulkenberg, Romain Grosjean, Jules Bianchi. Poi, con la nascita della GP2 nel 2005, è nata la partnership con Nicolas Todt e il cambio di nome della squadra in ART. Ed ecco i successi conseguiti con Nico Rosberg, nuovamente Hamilton e Hulkenberg, Stoffel Vandoorne, poi sotto il nome F2, i campionati vinti con George Russell e Nyck De Vries. Dominio proseguito anche in GP3, poi F3, con Valtteri Bottas, Esteban Ocon, Charles Leclerc, lo stesso Russell.
Insomma, Vasseur, uomo brillante e pratico (tra l’altro, sposatosi nel 1999, ha una bella famiglia arricchita da quattro figli), ha sempre saputo il fatto suo nello scegliere i piloti giusti e anche a gestirli. Muovendosi bene a livello politico in tutte le serie nelle quali la ASM, poi ART, ha gareggiato. Ultimo ingresso, nella Regional by Alpine dove vi ha corso nel 2021 e 2022 il nostro Gabriele Minì. Con Todt junior però, il rapporto si è interrotto, anche bruscamente a quanto si è sempre raccontato, alla fine del 2018.
Infine, la ciliegina sulla torta: l’ingresso in F1 avvenuto nel 2016 col team Renaut nel ruolo di team principal. Ma Vasseur, abituato a gestire a suo modo ogni minimo particolare delle sue attività, in una squadra enorme come quella del costruttore francese, è rapidamente entrato in conflitto con Cyril Abiteboul, che ricopriva l’incarico di managing director. E così, alla fine del 2016, Vasseur ha abbandonato la Renault. E questo lo potremmo interpretare come un primo e anche significativo campanello di allarme. Vasseur, inserito all’interno di un contesto di un grande costruttore di F1, non ha saputo adattarsi al meglio. Errori che non rifarebbe, ha poi sempre dichiarato, avendo imparato da quell’esperienza.
Giunto in Sauber dopo pochi mesi, nella metà del 2017, Vasseur ha subito cancellato l’accordo con la Honda per la fornitura dei motori che era programmata a partire dal 2018. Fu la mossa giusta? Col senno di poi, mica tanto considerando quel che è riuscita a ottenere la Honda con la Red Bull. La Sauber si è quindi unita alla Ferrari per le power unit e poco dopo è arrivata la sponsorizzazione dell’Alfa Romeo. Che poteva lasciare intendere l’avvio di una grande partnership tecnica, ma così non è stato. Alfa Romeo è sempre e solo stata una normale sponsorizzazione. Con la Honda, le garanzie tecniche potevano essere ben diverse e anche i risultati.
Poi, visto che quest’anno la strategia ha spesso fatto acqua da tutte le parti in casa Ferrari, non appare rassicurante che la Sauber in quanto a strategie ne ha sbagliate non poche soprattutto nel periodo Raikkonen-Giovinazzi. A questo si aggiungono le voci che raccontano di un Vasseur sempre troppo lontano da Hinwil, la cittadina dove in Svizzera vi è la sede del team Sauber, per via dei suoi molteplici impegni extra F1.
E’ dunque l’uomo giusto per la Ferrari Monsieur Vasseur? Certamente potrebbe ritrovarsi sul piatto una monoposto già molto competitiva e le cose risulterebbero estremamente facili per lui, che tra l’altro è molto vicino, dicono i ben informati, a Carlos Tavares, CEO del Gruppo Stellantis. Una Ferrari a trazione tutta francese? Poco male, l’importante è che le cose funzionino. Di certo, Vasseur dovrebbe trasferirsi a Maranello e vivere la Ferrari 24 ore su 24, operare ritocchi importanti nello staff tecnico, capire perché la F1-75 ha perso forza nel corso della stagione e gestire molto meglio i rapporti con il personale e i media rispetto all’epoca Mattia Binotto.
Che fine faranno tutte le sue attività extra F1 senza il suo prezioso apporto? Il team ART è ottimamente diretto da Sebastien Philippe, ma la parola finale spetta sempre al capo Vasseur. E la Spark Racing Tecnhology? Insomma, le cose positive che coinvolgono Vasseur e la Ferrari sono sicuramente tante, ma i punti interrogativi non mancano.