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Alfa Romeo Giulia SWB Zagato: è unica, ma potrebbe arrivare in (piccola) serie...

alfa romeo giulia swb zagato: è unica, ma potrebbe arrivare in (piccola) serie...

Alfa Romeo Giulia SWB Zagato: è unica, ma potrebbe arrivare in (piccola) serie…

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Gli appassionati di motori – e in particolar modo gli Alfisti – la aspettavano da tempo, e alla fine ci ha pensato Zagato: ecco la nuova, unica esistente al mondo, Alfa Romeo Giulia SWB Zagato. Una versione coupé a due porte di una Giulia Quadrifoglio Verde tradizionale, con passo accorciato (da cui l’acronimo SWB, ovvero Short Wheel Base) e coda tronca che ricorda la Giulia Zagato TZ1 degli Anni ’60, mentre davanti il DNA è in pieno stile Alfa Romeo: i gruppi ottici sono perfettamente in linea con il nuovo corso stilistico lanciato dalla Tonale, inserito su un’auto “cattiva” come si merita un design del genere, strizzando l’occhio a quel frontale particolare della SZ.

E’ così che Zagato e Alfa Romeo festeggiano i loro 100 anni di collaborazione, iniziata nel 1921 con la “TIPO G1” e sfociata negli Anni ’60 e ’70 in alcuni dei prototipi e dei design più belli di sempre. La Giulia SWB Zagato è un esemplare unico, frutto di un progetto approvato – e parzialmente supportato – da Alfa Romeo ma realizzato interamente da Zagato in oltre un anno e mezzo di lavoro, sulla base di una richiesta specifica di un cliente collezionista di granturismo dell’atelier milanese che voleva una propria Giulia Coupé.

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La base di partenza era una Giulia Quadrifoglio di serie, di certo una fra le prime prodotte perché dotata del cambio manuale meccanico a 6 rapporti, proprietà di un cliente tedesco. A differenza di molti dei prototipi precedenti creati da Zagato con la benedizione di Alfa Romeo – fra cui la S.Z. del 1990 basata sulla 75 Evoluzione – la Giulia SWB Corsa è stata modificata anche nella piattaforma modulare Giorgio per accorciare il passo e ridurre gli sbalzi, soprattutto al posteriore.

Meccanicamente parlando, partendo da una “semplice” Quadrifoglio Verde, Zagato ha aggiornato tutti i contenuti principali alle caratteristiche della più estrema GTAm – dunque ora il 2.9L V6 dovrebbe offire 540 CV di potenza – mantenendo però il cambio manuale. Cosa che rende questo progetto ancora più unico anche sotto la pelle.

Interessante il dettaglio della presenza dei loghi Alfa Romeo tradizionali, benché il progetto abbia coinvolto il brand di Arese solo limitatamente: Zagato ha voluto aggiungere i marchi del Biscione, dice la nota, “solo a fini descrittivi e promozionali, oltre che per ispirarsi in modo più netto alla precedente S.Z.”.

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L’interno è naturalmente quello della GTAm, ricco di Alcantara e con una particolare scelta cromatica che va ad arricchire l’abitacolo con dettagli verde smeraldo che riprendono la carrozzeria esterna, a contrasto col nero diffuso del resto. Lo stesso vale per i sedili sportivi avvolgenti con poggiatesta integrato, che offrono cuciture e loghi Alfa Romeo in verde a contrasto. La vera chicca però, rispetto all’interno di una Giulia GTAm “normale”, è la presenza del pomello del cambio meccanico a 6 marce.

Secondo lo stesso atelier milanese, la nuova vettura è l’evoluzione naturale della gamma SZ a partire dalla “Codatronca” del 1961, che l’anno seguente riuscì a dominare nella sua Classe GT, fino alla S.Z. del 1990 che con i suoi particolari gruppi ottici anteriori ispirò il design frontale della Tonale.

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Benché il progetto abbia coinvolto fin dall’inizio il team di Alejandro Mesonero, Head of Design della Casa di Arese, per un supporto al processo di design nell’idea di team-work secondo Zagato, tutta la parte di ideazione, sviluppo e produzione della Giulia SWB sono state effettuate internamente e autonomamente dall’atelier milanese.

L’incredibile bellezza, eleganza e sportività raffinata del prodotto finale fa sorgere un pensiero che lascia un po’ di amaro in bocca: è un peccato che non sia stata Alfa Romeo stessa a lanciare direttamente una Giulia Coupé, come inizialmente pareva previsto per la piattaforma Giorgio – insieme a vetture come la Giulietta, la Giulia Station Wagon o un SUV più grande dello Stelvio. Dopotutto, probabilmente, moltissimi appassionati non attendevano altro che una dinamica di guida come quella della Giulia, traslata su una vettura più corta e agile. E la SWB Zagato è la dimostrazione dell’enorme potenzialità di una sportiva del genere, con il Biscione che svetta sulla calandra.

Forse però non è ancora detta l’ultima parola: la SWB Zagato è unica, letteralmente costruita a mano in un singolo esemplare, ma può anche darsi che l’eventuale scia mediatica possa spingere la Casa di Arese a valutare di produrne una piccola serie. E oggettivamente quella riuscitissima piattaforma Giorgio per motori longitudinali a trazione posteriore, specie se abbinata al 2.9L V6 Quadrifoglio, se la meriterebbe proprio una gamma più vasta e completa.

In collaborazione con Automoto.it

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