Un cambiamento di facciata che coinvolge i gruppi ottici anteriori e il quadro strumenti digitale all'interno. Meccanica e piacere di guida sono sempre gli stessi
Questo è il volto che Alfa Romeo Giulia e Alfa Romeo Stelvio avrebbero dovuto avere al lancio, nel 2016. Questo le avrebbe reso al pari della concorrenza tedesca sul fronte qualitativo. E per quanto il design dei fari sia similare a quello di Tonale, che detta la linea su tutti i fronti, indubbiamente il risultato appare riuscito e moderno. Però sembra una scelta fuori tempo massimo, forse consapevole, certamente “conscia” del fatto che la prossima generazione sarà 100% elettrica, frutto di un’esperienza tecnica e stilistica completamente diversa.
Occhio ci vede
Il segnale più forte quando si tratta di cambiamento è a bordo. Dove presenza il nuovo cluster digitale, prelevato anche in questo caso direttamente da Tonale. Nei 12,3 pollici di cui dispone il quadro strumenti si possono scegliere diverse opzioni grafiche, tra cui una che ricorda i quadri strumenti delle vetture del Biscione anni ’60. Forse i puristi avrebbe preferito l’analogico “vero”, ma Giulia e Stelvio fanno un passo avanti verso la digitalizzazione. Non cambia nulla per quanto concerne il resto dell’apparato d’infotainment e nemmeno per la formazione della tastiera sulla consolle centrale. La rotella del sistema d.n.a. è sempre a portata di mano e, nell’insieme, il numero di tasti e bottoni è ridotto ai minimi termini. Alcuni materiali sono stati aggiornati con l’intento di migliorare la qualità percepita. Ma quando si tratta di meccanica, nulla invece è mutato. Con buona pace dei puristi, ma evidenziando un limite tecnico (dato l’orientamento dei competitor): la totale assenza di elettrificazione. Giulia e Stelvio saranno disponibili nelle versioni diesel da 160 cv a trazione posteriore insieme alle motorizzazioni benzina da 280 cv e diesel da 210 cv a trazione integrale.
La guida il loro must
Sebbene faccia più notizia parlare di elettrificazione o guida autonoma, va riconosciuto ad Alfa Romeo che con Giulia è Stelvio è rimasta fedele alla sua tradizione sportiva. Sin dal lancio i due modelli della casa del Biscione si sono distinti per una dinamica di guida ineguagliabile dal resto della concorrenza. Il piacere è assoluto, merito di uno sterzo diretto, chirurgico, sempre preciso e puntuale nell’impartire gli “ordini” all’avantreno. Il corpo vettura, sia che si tratti di Giulia o di Stelvio, è sempre pronto, ma soprattutto capace di coinvolgere il conducente. Sensibili al rilascio, i movimenti non sono mai bruschi, ma funzionali all’ingresso in curva. Di contro, soprattutto Stelvio, è rumorosa alle andature autostradali e il turbodiesel, per quanto efficiente e prestante, è ruvido a salire di giri.
Giulia e Stelvio restyling, versioni e prezzi