A volte la storia di un marchio tiene testa, in termini di fascino, a quella della stessa storia dell’azienda produttrice da esso identificato. È questo il caso della statuetta che miticamente campeggia sull’estremità anteriore della storica casa automobilistica britannica fondata da Charles Stewart Rolls ed Henry Royce (anche se oggi appartenente al gruppo tedesco BMW).
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Agli albori della nascente industria automobilistica europea, anche in Inghilterra era consuetudine adornare con una qualche effige, una mascotte, una statuetta o un emblema, il tappo allora esterno del radiatore della vettura acquistata, vuoi per ragioni scaramantiche, vuoi per distinzione stilistica o mera sottolineatura del proprio lignaggio. La statuetta che la Rolls-Royce scelse anche come proprio emblema, insieme alla doppia R, ebbe quasi subito un suo preciso nome e l’avverbio “miticamente” utilizzato sopra si riferisce, non a caso, a qualcosa di davvero mitologico nei riferimenti stilistici ed estetici delle forme che, pur con qualche piccolissima modifica, sono arrivate pressoché invariate fini ai giorni nostri.
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Originariamente chiamata Spirit of Speed (“Spirito della velocità”), la tipica statuetta fissata in cima ai radiatori delle Rolls-Royce, fu poi chiamata Spirit of Ecstasy (“Spirito dell’estasi”) e rappresentava una figura femminile protesa in avanti, con le braccia distese all’indietro e verso l’alto, di modo che il drappeggio delle vesti gonfiato dal vento desse agli arti l’aspetto di due ali.
Probabilmente ispirata anche all’antica statua greca (III sec. a.C., oggi esposta al Museo del Louvre di Parigi) della Nike di Samotracia, la giovane dea alata figlia del titano Pallante e della ninfa Stige, adorata dai Greci come personificazione della vittoria sportiva e bellica, la statuetta apparse per la prima volta il 6 febbraio 1911, disegnata da Charles Robinson Sykes che, con tutta probabilità, volle anche ritrarre le fattezze della segretaria e amante del suo caro amico John Walter Edward Douglas-Scott-Montagu, secondo Barone Montagu di Beaulieu, ovvero Lady Eleanor Velasco Thornton.
In seguito Claude Johnson, il brillantissimo Direttore Generale che Rolls volle a capo dell’azienda e che contribuì portentosamente ad elevare la reputazione del marchio, anche grazie alle suo gran intuito pubblicitario (qualcuno in Rolls-Royce lo definì addirittura il “trattino” che univa i due cognomi), narrò di come Sykes avesse comunque provato a raffigurare l’immagine più fedele dello «spirito dell’estasi, che ha scelto il viaggiare sulle strade come piacere supremo, espresso proprio da quelle braccia distese all’indietro» per prepararsi allo slancio in avanti con lo sguardo fisso sulla distanza da percorrere.
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Eleonor Thornton davanti all’originale Spirit of Ecstasy (da www.wikipedia.org)
Nel 1993 si provò pure a piegare sulle ginocchia la figura femminile, al fine assai evidente di dar maggior corpo allo slancio cinetico del movimento raffigurato (la cosiddetta “Kneeling Lady”), tuttavia la forma della statuetta tornò presto nuovamente alle proprie origini, anche grazie al lavoro di ricerca eseguito dal gruppo Bmw per rispettare al massimo la storia del marchio britannico, addirittura disponendo di riprendere tutte le immagini esistenti di Lady Eleanor per rendere l’effigie ancora più simile a lei.
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Per ciò che concerne il disegno, dunque, lo “Spirit of Ecstasy” appare oggi del tutto fedele alla creazione originale di Charles Robinson Sykes, rimanendo da segnalare come le sue dimensioni si siano solo ridotte in maniera direttamente proporzionale alla contemporanea riduzione, nei modelli più moderni, delle dimensioni della calandra. E ciò nondimeno rimane ancora oggi uno dei simboli più riconosciuti al mondo e una delle poche “mascotte” apposte sui radiatori che siano sopravvissute dal secolo scorso a oggi, assieme a quelle di Bentley, Jaguar e Mercedes.