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Prada, 400 assunzioni e automazione: così cresce guardando ai prossimi 50 anni

La signora Lisetta – Elisa – Manzoni lavora in azienda da quando gli impiegati erano tre e si producevano solo cinture. Ha iniziato a collaborare con Patrizio Bertelli quando lui aveva 18 anni e ancora Prada non esisteva. Oggi, che di anni ne ha 75 ( in pensione non ci vuole andare, gli impiegati sono arrivati a 14 mila e il gruppo ha chiuso il 2022 con 4,2 miliardi di euro di ricavi netti, con una crescita del 21 per cento rispetto al 2021. Ai 400 giovani che, come annunciato dal gruppo, verranno inseriti in azienda entro la fine del 2023, parla schiettamente, perché a Prada «mi sento come a casa. Li sprono a lavorare per loro stessi e a metterci entusiasmo». Il gruppo ora conta 24 sedi, di cui 21 in Italia, tra Toscana, Lombardia, Umbria, Marche e Veneto, ma i responsabili dei suoi settori – dalla logistica, ai prodotti, alla progettazione – parlano con l’accento toscano. «Sono cresciuti qui», spiega Massimo Vian, Direttore Industriale di Prada.

Gli investimenti

«Quanto deve durare una fabbrica? Noi lavoriamo pensando ai prossimi cinquant’anni», spiega Patrizio Bertelli, amministratore esecutivo del Gruppo Prada. « Abbiamo investito sempre per rendere le nostre fabbriche un luogo umano e confortevole. Le persone passano il cinquanta per cento della loro vita a lavorare». Lo dice dalla sede di Valvigna, in provincia di Arezzo, circondata dal verde, headquarter industriale del brand. Dal 2019 alla fine del 2022 Prada ha investito oltre 140 milioni di euro nelle sue fabbriche: 120 milioni per i siti produttivi e 22 in acquisizioni. Per il 2023 l’investimento previsto è di 60 milioni puntando su automazione, tecnologia e ampliamento delle sedi produttive.

L’hub logistico di Levanella (Foto G.Coppi, courtesy Prada Group)

Le sedi

Verrà raddoppiata la sede manifatturiera di maglieria di Torgiano, in provincia di Perugia, che arriverà a 9mila metri quadrati. Diventerà così il più grande sito produttivo per la maglieria di lusso al mondo. Sarà poi completamente rinnovata la sede di Levane, in provincia di Arezzo, che si trasformerà nel primo impianto automatizzato al mondo per la creazione di sneakers di lusso. Ma gli investimenti riguardano anche la sede francese di Tannerie Limoges, dove si punterà sull’aumento della produzione e sulla creazione di un impianto di trattamento delle acque reflue. Verranno ampliate anche le sedi di Terranuova e Scandicci, tra le principali in Toscana per la pelletteria.

Prada Group Academy

Sostenibilità sociale e verticalizzazione

Al centro del percorso ci sono le persone: il Gruppo ha annunciato 400 nuove assunzioni entro la fine del 2023. La metà di questi giovani artigiani, che andranno ad aggiungersi ai 3.240 impiegati nelle sedi produttive del brand, (mentre sono 14mila in tutto i dipendenti), saranno formati in pelletteria, calzature e abbigliamento attraverso l’Academy del Gruppo, nata nei primi anni del 2000, una vera scuola di mestiere. «Sono ragazzi con un’età media tra i 18 e i 20 anni – dice Massimo Vian, Direttore Industriale di Prada – dobbiamo conquistarli ed essere competitivi per mantenere vivo il nostro sapere artigianale. Siamo nel mezzo di un cambio generazionale all’interno dei nostri stabilimenti: molti artigiani esperti stanno tramandando il loro sapere ai giovani. Siamo nel mezzo di un cambio generazionale all’interno dei nostri stabilimenti: molti artigiani esperti stanno tramandando il loro sapere ai giovani». La verticalizzazione della filiera produttiva fa parte dell’azienda da sempre: «Il modello di integrazione verticale ci accompagna fin dall’inizio della storia di Prada. Molte altre aziende lo stanno scoprendo ora, per noi è un approccio che Patrizio Bertelli ha portato avanti dal primo giorno», aggiunge Vian. Nel giugno 2021, il Gruppo ha acquisito il 40 per cento di Filati Biagioli in partnership con il Gruppo Zegna. Nel settembre 2022 ha acquisito il 43,65 per cento della conceria Superior, leader nella lavorazione della pelle di vitello, premiata con la medaglia d’argento dal Leather Working Group.

Emissioni

«Il motto di Prada è essere attori del cambiamento, “Drivers of Change”. Questa visione si fonda su tre pilastri: pianeta, persone e cultura – commenta Lorenzo Bertelli, a capo della corporate Social Responsibility del Gruppo – La grande responsabilità che sento ogni giorno è quella di garantire stabilità alle 14mila persone che lavorano con noi». In ambito sostenibilità, gli obiettivi presentati al capital market day del 2021 prevedono la riduzione del 29,4 per cento delle emissioni Ghg assolute dello Scope 1 e 2 entro il 2026, rispetto all’anno 2019; e del 42 per cento le emissioni Ghg assolute Scope 3 entro il 2029, rispetto all’anno 2019. Oggi il Gruppo è già carbon neutral e sta lavorando al proprio bilancio di sostenibilità. “La maggior parte della produzione del Gruppo avviene in Italia”, spiegano. “Una buona parte viene svolta all’interno degli stabilimenti di proprietà del Gruppo, soprattutto per quanto riguarda la pelletteria e la calzatura. Tutte le attività di prototipazione, taglio delle pelli, controllo qualità delle materie prime e dei prodotti finiti sono gestite internamente”. Oggi il 66 per cento dell’elettricità utilizzata dal Gruppo proviene da fonti rinnovabili certificate, mentre per quanto riguarda lo Scope 3, “l’approvvigionamento di materie prime rappresenta oltre il 70 per cento delle emissioni di gas serra”.

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