Michelin dice addio alla Russia: il peso delle sanzioni
Michelin lascia la Russia
Come ha sottolineato Reuters, l’accordo, approvato dalle autorità locali, manterrà 250 posti di lavoro, principalmente basati nell’unico stabilimento russo di Michelin a Davydovo. La struttura, situata nei pressi di Mosca, impiegava precedentemente 750 persone. Produce inoltre fino a 2 milioni di pneumatici all’anno, principalmente per autovetture per il mercato russo e per alcuni mercati del Nord Europa. Michelin ha affermato che è impossibile che ogni dipendente venga trasferito a Power International Tyres, e quindi coloro che desiderano lasciare l’azienda potranno farlo “a buone condizioni”.
L’azienda francese era presente in Russia dal 1997, e nel 2004 è diventata la prima azienda internazionale di pneumatici ad aprire lì un proprio stabilimento produttivo. Lo scorso anno aveva annunciato la sospensione dell’attività industriale nella Federazione Russa e delle esportazioni nel Paese a causa delle difficoltà della catena di approvvigionamento in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina.
La decisione dei principali marchi
Le società internazionali si sono trovate di fronte ad un dilemma: lasciare la Russia per protestare contro la guerra, e subire un duro colpo finanziario, oppure restare e rischiare un significativo danno alla propria reputazione? Alcuni grandi marchi se ne sono andati non appena le forze russe hanno fatto il loro ingresso in Ucraina, mentre altri hanno cercato di resistere, solo per annunciare la loro uscita, qualche mese più tardi, sotto la pressione dell’opinione pubblica.
Secondo quanto riportato da The Moscow Times, che ha citato un database dei ricercatori dell’Università di Yale, più di 1.000 società straniere hanno volontariamente ridotto le loro operazioni in Russia nell’ultimo anno. Le loro uscite hanno comportato molti cambiamenti significativi per i consumatori russi.
Giusto per fare qulche esempio, McDonald’s ha temporaneamente chiuso i suoi ristoranti a marzo per poi, due mesi dopo, annunciare la sua uscita definitiva dalla Russia. La casa automobilistica giapponese Nissan ha sospeso la produzione e le importazioni in Russia a marzo e annunciato, mesi dopo, il trasferimento delle sue attività ad un partner locale. Il produttore tedesco di cosmetici Wella ha annunciato a maggio che avrebbe interrotto le consegne in Russia dopo quasi 30 anni. E la lista potrebbe continuare ancora.