Mobility

Incidente Mestre, Salvini e i dubbi sulle batterie

Il ministro dei Trasporti è intervenuto sull'incidente del bus turistico, sollevando perplessità sulla sicurezza della mobilità elettrica

Incidente Mestre, Salvini e i dubbi sulle batterie

L’incidente mortale dell’autobus di Mestre ha acceso anche il dibattito politico. Dopo una prima discussione sull’idoneità del guardrail che avrebbe dovuto impedire al pullman elettrico di precipitare dal cavalcavia, il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha posto l’accento sul tema della sicurezza legata alla mobilità elettrica e in particolare alle batterie. Secondo l’esponente della Lega, la tragedia in cui hanno perso la vita 21 persone dovrebbe far riflettere il settore su questo tipo di alimentazione.

Salvini e i dubbi sulle batterie

Ho sentito che i vigili del fuoco parlavano delle batterie che prendono fuoco più velocemente, più rapidamente di altre forme di alimentazione”, ha dichiarato il ministro all’evento per i vent’anni di Sky. “Questo non so se c’entri o non c’entri, lascio ai tecnici la risposta, ma in un momento in cui qualcuno dice tutto elettrico forse uno spunto di riflessione si deve fare”. Salvini sposta così l’attenzione sul dibattito legato alla transizione verso la mobilità elettrica, che negli ultimi mesi sta vedendo la contrapposizione del Governo alle scelte prese dall’Unione Europea.

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Gli incidenti con le elettriche

Gli incidenti che coinvolgono mezzi elettrici comportano comunque diverse criticità, specialmente per le operazioni di spegnimento di eventuali incendi e messa in sicurezza, come confermato anche dalle autorità intervenute durante la tragedia di Mestre: “Le batterie hanno preso fuoco con l’impatto“, ha spiegato il comandante dei vigili di Venezia Mauro Luongo. “Purtroppo le batterie presentano una criticità quando sono calde, per questo le operazioni di rimozione sono state lunghe e complesse”. 

L’autobus elettrico della tragedia

L’autobus su cui viaggiavano i 21 turisti che hanno perso la vita nell’incidente di Mestre era un modello cinese, il Futon E-12 dell’azienda Yutong, colosso asiatico nel settore del trasporto persone. Dotato di un pacco batterie per una potenza complessiva di 350 kW, collocato sul tetto, un luogo considerato sicuro dallo stesso costruttore. Secondo l’azienda cinese, “il sistema che isola la batteria utilizza un struttura a sandwich sviluppata in azienda che può  resistere alla combustione a lungo termine a 1.300 °C per più di 2 or”‘, rendendola così particolarmente sicura.

FP | Gianluca Sepe
@SepeGianlu RIPRODUZIONE RISERVATA

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