Il 2023 si apre all’insegna dei rincari per carburanti e gas. La batosta peggiore è per il diesel, che nella modalità servito tornerà sopra i 2 euro al litro. Perché? Colpa di tre rincari. Il più consistente è la fine dello sconto sulle accise, che vale 18,3 centesimi al litro per la benzina e il diesel e 3,4 centesimi al litro sul Gpl. Il 31 dicembre 2022 è finito lo sconto sulle accise dei carburanti. Questo perché il governo Meloni non ha confermato per il 2023 il taglio introdotto a marzo dal governo Draghi (che fino all’1 dicembre era di 30 centesimi).
Diesel servito sopra 2 euro
Gli aumenti delle compagnie petrolifere
In base a quanto risulta a «Staffetta Quotidiana», saliranno anche il costo di miscelazione dei biocarburanti nei carburanti fossili (di 0,5 centesimi al litro) e i delta che le compagnie petrolifere applicano ai rivenditori (tra 1 e 4,5 cent). Aumenti a cui va poi aggiunta l’Iva. Costi che potrebbero essere scaricati sul prezzo alla pompa. «L’aumento – spiegano gli esperte della Staffetta – serve a fronteggiare i maggiori costi di raffinazione causati dall’embargo del petrolio russo. Le compagnie avevano avvisato che l’embargo avrebbe causato tempi più lunghi di viaggio delle petroliere, sottrazione di tonnellaggio disponibile, noli più elevati, tempi più lunghi per i processi di raffinazione con conseguente corto di prodotto e contingentamenti presso basi e raffinerie».
Ma non solo. Sono attesi rincari anche per le bollette del gas per chi è rimasto nel mercato tutelato. Il 3 gennaio l’Autorità Arera (che ha appena aggiornato le tariffe della luce) comunicherà le nuove tariffe relative a dicembre 2022 (il metodo da ottobre è cambiato ed è diventato mensile e retroattivo). Il prezzo, che si basa sulle quotazioni media del gas sul mercato italiano all’ingrosso Psv, è atteso in aumento. In base alle previsioni del vice-direttore di Staffetta Quotidiana Gionata Picchio, le bollette del gas aumenteranno tra il 22 e il 23 per cento.