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Harley Davidson compie 120 anni il 28 agosto: la storia della casa motociclistica

harley davidson compie 120 anni il 28 agosto: la storia della casa motociclistica

Harley Davidson compie 120 anni il 28 agosto: la storia della casa motociclistica

Roma, 26 agosto 2023 – Fondata nel lontano 1903, la celeberrima casa automobilistica Harley Davidson compie il 28 agosto 2023 ben 120 anni. La sua storia ultracentenaria, nel corso della quale si è imposta come simbolo di libertà, avventura e potenza, affonda le sue radici in una piccola officina di Milwaukee, nel Wisconsin, la città a partire dalla quale avrebbe iniziato a costruire il suo straordinario successo mondiale. Ecco dunque qual è l’affascinante percorso aziendale di Harley Davidson, dalle sue umili origini fino ai giorni nostri.

 

Le Origini

Tutto nacque grazie alle idee e alle intuizioni di due giovani amici, William Sylvester Harley e Arthur Davidson, che nel 1901 iniziarono a sviluppare alcuni progetti che spianeranno la strada per il loro successo imminente. Harley e Davidson in questo periodo provarono a sviluppare un piccolo motore da installare su una bicicletta, con risultati che almeno inizialmente furono disastrosi: il primo mezzo in assoluto che i due crearono è un prototipo di bici motorizzata caratterizzato da eccessive perdite d’olio e da forti vibrazioni sul telaio. Harley e Davidson però non si persero d’animo e nel 1903 riuscirono finalmente a correggere gli errori commessi, producendo la prima vera Harley Davidson su un nuovo telaio e con un motore sviluppato grazie alla collaborazione dell’imprenditore Ole Evinrude.

Dopo tanti sforzi, il progetto aveva così finalmente iniziato a prendere piede: il 1903 è anche l’anno di fondazione della società, alla quale si aggiunsero presto anche i due fratelli di Davidson, dedicandosi con grande passione alla creazione di un motore sempre più convincente e solido.

 

La Crescita Negli Anni ’10 e ’20

I primi anni di Harley-Davidson furono caratterizzati da una crescita costante: la crescente popolarità delle Harley-Davidson durante questo periodo fu attribuita alla loro affidabilità e alle prestazioni superiori rispetto alla concorrenza. Il successo e la fama del brand crebbero ulteriormente durante la Prima Guerra Mondiale grazie in particolare all’acquisto da parte dell’esercito americano di quasi 45.000 esemplari dei mezzi su due ruote per gli spostamenti delle truppe.

Proprio alla luce dei risultati sopra citati, negli anni ‘20 (quelli della Grande Depressione) l’azienda riuscì a conquistarsi il titolo di maggior produttore di motociclette al mondo, stracciando la concorrenza che in quel periodo era ridotta a soli 3 o 4 grandi marchi. Forte dei risultati ottenuti, Harley Davidson iniziò anche a guardarsi intorno, sviluppando una rete di vendita al di fuori dei confini USA.

Furono anni di innovazioni e grandi passi avanti per il marchio, che ad esempio nel 1921 fu in grado di dare vita al primo mezzo su due ruote della storia del motociclismo capace di superare i 160 km/h; nonostante tutto, intorno al 1926 Harley Davidson iniziò ad affrontare le prime vere difficoltà, da un lato a causa della situazione economica internazionale non esattamente rosea, dall’altro a causa della concorrenza del settore automobilistico, con la Ford in particolare come elemento di disturbo.

 

La Seconda Guerra Mondiale

Il nuovo conflitto mondiale scoppiato nel 1939 rappresentò per Harley Davidson un’importante opportunità di business, visto che fu proprio con l’ingresso degli USA nel conflitto mondiale dopo l’attacco di Pearl Harbour che l’azienda tornò a rifornire l’esercito di mezzi su due ruote in grandi numeri (si parla di oltre 80.000 mila unità complessive). La quantità di motociclette in surplus andò a stimolare il mercato post-bellico europeo, contribuendo in maniera sostanziale ad alimentare il sogno americano nel Vecchio Continente.

Ecco dunque che a partire da questo momento, e per tutti i decenni successivi, le moto Harley-Davidson iniziarono ad essere percepite dal grande pubblico come un vero e proprio status-symbol, massima rappresentazione di uno stile e di una cultura punto di riferimento per milioni di persone in giro per il mondo. La figura del biker, nata a cavallo tra gli anni ‘50 e ‘60, contribuì poi enormemente allo sviluppo di questo immaginario, aumentando la fascinazione per questo prodotto da parte di una grossa fetta di pubblico.

 

Gli anni della rinascita

Con la vendita del marchio da parte dei membri fondatori alla American Machine and Foundry (AMF), l’azienda visse una fase molto difficile, rischiando seriamente di andare in bancarotta verso la fine degli anni ‘60. Harley Davidson riuscì però a riprendersi, seppure a fatica, vincendo successivamente il Campionato mondiale di velocità per tre anni consecutivi (dal 1974 al 1976) spianando così la strada alla ripresa del decennio successivo.

Gli anni ’80 e ’90 furono infatti un periodo di rinascimento per Harley Davidson. La società si concentrò sulla qualità e l’innovazione, producendo moto che combinavano la potenza tradizionale con un tocco di modernità. Nel 1984, l’azienda introdusse il motore Evolution, un passo avanti significativo in termini di prestazioni e durata che avrebbe continuato a produrre poi fino al 1999. Il consolidamento ulteriore del marchio a livello globale prese così piede anche con lo sviluppo di una vasta gamma di accessori e abbigliamento con il marchio Harley, che sono ancora oggi estremamente popolari tra i motociclisti (e non solo). Le moto di Harley Davidson (è il caso della Fat Boy) si trasformarono in questo modo in un prodotto che qualunque appassionato di motori avrebbe voluto poter guidare almeno una volta nella vita, anche grazie al prezioso contributo di alcuni celebri film del periodo (ne è un esempio ‘Terminator 2 – Il Giorno del giudizio’, dove vediamo Arnold Schwarzenegger proprio in sella ad uno di questi bolidi).

 

Harley Davidson nella cultura di massa

Il grande schermo e le produzioni Hollywoodiane, per l’appunto, hanno svolto un ruolo fondamentale per far emergere la fascinazione che l’opinione pubblica ha sviluppato nei confronti del brand statunitense.

Al di là del sopracitato film con Schwarzenegger, non si contano gli esempi dove i mezzi della Harley Davidson sono stati al centro di scene iconiche: pensiamo a ‘Easy Rider’, a ‘Captain America – Il primo vendicatore’, a ‘Il Selvaggio’ o a ‘Ghost Rider’. Alla casa di produzione di moto è stata anche dedicata una serie, trasmessa su DMAX nel 2016: lo show ‘Harley and the Davidsons’ racconta proprio le vicende che hanno portato alla nascita dell’azienda e alla sua diffusione a livello mondiale.

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