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Ferrari, perché Sainz non è riuscito a partire in Qatar. Che cosa si è rotto

La Ferrari ha corso il Gp del Qatar con una sola macchina, quella di Charles Leclerc (quinto al traguardo). Carlos Sainz non è nemmeno riuscito a scendere in pista per i giri di riscaldamento, circa due ore prima della partenza è stata trovata una grossa perdita di carburante. Non c’è stato il tempo di intervenire, i meccanici avrebbero dovuto cambiare l’intero serbatoio e smontare anche la power unit, un’operazione che avrebbe richiesto molto più tempo di quello a disposizione. Si tratta di un problema anomalo e infrequente (a volte succede nei test), in questi giorni saranno condotte le analisi a Maranello per capire che cosa ha provocato il secondo ritiro stagionale dello spagnolo dopo quello del Gp del Belgio dovuto a un contatto in partenza.

Una delle ipotesi avanzate è che l’impianto di alimentazione possa essersi danneggiato al sabato, durante la Sprint Race, per il passaggio su uno dei cordoli piramidali di Losail che avevano già messo a dura prova le gomme costringendo la Fia ad atturare un piano di emergenza. I risultati dell’indagine non arriveranno prima di martedì, Vasseur dice che è ancora troppo presto per arrivare a conclusioni. Ma ammette che c’erano stati già dei problemi, «era stato necessario cambiare la batteria».

Per Sainz la causa non è nota, quella dei cordoli è comunque un’ipotesi plausibile. «Può darsi. Era impossibile riuscire a prendere parte alla gara perché da ciò che abbiamo visto il problema era troppo grosso. Una perdita di carburante impossibile da vedere prima: lo abbiamo scoperto mettendo la benzina. A volte la F1 sa essere crudele, torneremo più forti». Per la Ferrari dunque si riapre un capitolo che sembrava superato: quello dell’affidabilità.

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