Attualità

Motori

Notizie

Top news

Ultime notizie

Euro 7, produttori auto contro la proposta Ue: dannosa per il settore

euro 7, produttori auto contro la proposta ue: dannosa per il settore

Euro 7, produttori auto contro la proposta Ue: dannosa per il settore

La proposta di introdurre Euro 7 da parte della Commissione europea è dannosa. A dirlo è Luca de Meo, presidente dell’Acea (Associazione dei Costruttori automobilistici europei), in una lettera indirizzata ai vertici dell’Unione europea. La nuova classe «costringerebbe i produttori di veicoli leggeri e pesanti a investire miliardi di euro nella tecnologia di post-trattamento dei motori — ha spiegato — e degli scarichi per guadagni ambientali minimi e ci esporrebbe a dannosi impatti industriali, economici, ma anche politici e sociali».

Cosa prevede la normativa Euro 7

I nuovi standard Euro 7 presentati dalla Commissione Ue hanno l’obiettivo di ridurre le emissioni — in particolare di ossido di azoto (NOx) e particolato (Pm2,5) — prodotte dalle auto. Bruxelles intende fare in modo che i veicoli con motore a combustione immesse sul nostro mercato fino al 2035, quelli commerciali pesanti e quelli elettrici siano il più puliti possibili e il più a lungo possibile, riducendo a 60 milligrammi per chilometro (mg/km) il limite per gli ossidi di azoto. Un valore idoneo per le vetture a benzina ma inferiore per quelle a diesel, che ad oggi lo hanno la soglia a 80 mg/km. La riduzione del particolato è del 13%. Il taglio di emissioni di CO2 dovrebbe rientrare tra i 100 e i 300 mg/km, rispetto all’intervallo 500-1.000 mg/km attuali. Qualora dovesse arrivare l’ok definitivo, le norme entreranno in vigore dal primo luglio 2025 per auto e furgoni e dal primo luglio 2027 per i mezzi pesanti.

I rischi

«Le politiche e i regolamenti Ue dovrebbero sostenere l’obiettivo» della decarbonizzazione, considerando «i ritmi specifici dell’industria, della ricerca e degli investimenti e questo purtroppo non è il caso», ha evidenziato de Meo nella lettera. La proposta implica «risorse ingegneristiche e finanziarie dai veicoli elettrici a batteria e a celle a combustibile a combustione interna» quando «questi fondi potrebbero essere utilizzati meglio per tecnologie a emissioni zero che non solo affronteranno le emissioni di CO2, ma anche le emissioni inquinanti.

Il rischio chiusure

Il presidente Acea ritiene che la forma attuale del testo «potrebbe portare alla chiusura di almeno quattro impianti in un breve lasso di tempo per una casa automobilistica come Renault». E la Ford si è già mossa in questa direzione. In Europa, conclude de Meo, «c’è un rischio significativo di mettere a repentaglio i posti di lavoro fino a 300 mila persone se la transizione non viene gestita bene e questo evidenzia ancora una volta la necessità di un coordinamento tra i governi e l’industria».

TOP STORIES

Top List in the World