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Continuano a volare i prezzi di benzina e gasolio

continuano a volare i prezzi di benzina e gasolio

Distributore benzina

Prezzi ancora in crescita alla pompa di benzina in attesa di recepire i lievi ritocchi al ribasso sulla rete carburanti a valle del calo di mercoledì delle quotazioni internazionali dei prodotti. Secondo le elaborazioni di “Quotidiano energia” il prezzo medio della benzina servito sale a 1,965 euro mentre quello del diesel sale a 2,023 euro al litro. Il prezzo medio nazionale della benzina in modalità self è 1,821 euro al litro (1,814 era il dato del 5 gennaio), con i diversi marchi compresi tra 1,816 e 1,835 euro al litro (no logo 1,819). Il prezzo medio praticato del diesel self è a 1,879 euro al litro (contro 1,875). Questi sarebbero i prezzi comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy.

Le reazioni dalle associazioni dei consumatori a quelle di categoria ai gestori

Immediata la reazione del Codacons: “I dati diffusi oggi da Quotidiano Energia  e Staffetta Quotidiana confermano in pieno le denunce del Codacons circa le anomalie dei listini dei carburanti”. Lo afferma l’associazione dei consumatori, commentando le ultime rilevazioni che  vedono i prezzi alla pompa ancora in crescita sulla rete, con prezzi  medi che in autostrada superano i 2,2 euro al litro. Oggi, rileva l’associazione dei consumatori, “un pieno di benzina costa in media 8,9 euro in più rispetto a fine dicembre, che equivale ad una maggiore spesa su base annua di circa +214 euro ad  automobilista. Al di là dei casi limite registrati nelle isole o su alcune tratte autostradali, dove i listini si avvicinano anche ai 2,5 euro al litro, è evidente che qualcosa non torna sul fronte dei prezzi alla pompa – spiega il Codacons -. Il rialzo di benzina e gasolio era  ampiamente atteso come effetto dell’aumento delle accise, ma al netto  della maggiore tassazione la componente di prezzo che non risente di  Iva e accise avrebbe dovuto scendere per effetto del forte calo delle  quotazioni del petrolio, sceso in questi giorni abbondantemente sotto gli 80 dollari al barile. Non si capisce poi come due pompe dello  stesso marchio, ma ubicate in zone diverse, possano vendere lo stesso  carburante con differenze di prezzo di anche 20 centesimi di euro”.

“Il ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso, rispetto al caro-carburante, ha dichiarato di aver coordinato una duplice azione per stroncare la speculazione (Guardia di Finanza e Mr Prezzi) e che la prossima settimana riunirà le associazioni dei consumatori per confrontarsi sugli strumenti più idonei. Bene la convocazione delle associazioni di consumatori. Il Governo, comunque, non accampi scuse! Non vorremmo, insomma, che le speculazioni diventassero un’arma di distrazione di massa” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Il primo responsabile di quanto sta accadendo, infatti, è il Governo stesso che ha deciso di aumentare le tasse agli italiani, prima alzando le accise di 10 cent a partire dal 1° dicembre e poi non rinnovando dal 1° gennaio lo sconto rimasto di 15 cent. Una stangata, solo quest’ultima, pari a 9 euro e 15 cent per un pieno da 50 litri” prosegue Dona. “Quanto alle speculazioni, è da marzo dello scorso anno che ancora attendiamo risposte, sia rispetto al nostro esposto alla Procura di Roma, che aveva aperto un fascicolo d’indagine il 14 marzo 2022, sia rispetto ai 3 esposti inviati all’Antitrust l’11 marzo 2022, il 24 marzo 2022 e l’8 aprile 2022. La Guardia di Finanza, poi, aveva finito con il multare alcuni distributori colpevoli di aver comunicato dati errati al ministero o che esponevano prezzi sbagliati. Insomma, se il Governo vuole fare davvero una battaglia contro le speculazioni accolga la settimana prossima la richiesta che facciamo da anni in occasione della legge annuale sulla concorrenza, ossia di dare più poteri alle istituzioni preposte ai controlli, ad esempio dando una definizione di prezzo anomalo, considerando pratica scorretta quella di chi, approfittando di eventi come scioperi dei trasporti, maltempo, pandemia, guerra in Ucraina, pratica ricarichi eccessivi, condizionando indebitamente i consumatori” conclude Dona.

”La scelta di non rinnovare lo sconto sulle accise sta pesando sulle nostre stazioni di servizio, in particolare  noi a Gorizia che subiamo la concorrenza della Slovenia che ha il  prezzo dei carburanti più basso”. Lo spiega all’Adnkronos Manuel  Rizzi, che è titolare di una stazione di servizio a Gorizia.  ”Abbiamo azzerato le vendite – continua Rizzi -. Le stazioni di servizio qui non hanno registrato nessun sovra prezzo e nessuna  speculazione. Il nostro margine di guadagno è sempre lo stesso, sia  che il prezzo sale o che scende”.

Per Confesercenti il  governo deve intervenire urgentemente  sui rincari di benzina e gasolio, ripristinando il taglio delle accise e tutelando i benzinai: è questa la richiesta contenuta in una lettera che la Faib-Confesercenti Piemonte, l’associazione dei gestori, ha inviato oggi ai parlamentari piemontesi di maggioranza e di opposizione.  Nella lettera – spiega Enzo Nettis, presidente di Faib-Confesercenti – sollecitiamo i parlamentari a farsi portatori presso il governo della necessità di fiscalizzare nuovamente gli aumenti dei carburanti, in modo da evitare una nuova stangata a danno dei cittadini e delle imprese. Ma chiediamo anche di essere tutelati come categoria rispetto al clima di colpevolizzazione che sta montando nei nostri confronti: clima che non ha ragione d’essere poiché, lo ribadiamo ancora una volta. il margine di circa 3,5 centesimi lordi al litro che spetta ai gestori rimane fisso e non varia all’aumentare del costo dei carburanti. Semmai, anche noi siamo danneggiati perché più aumenta il carburante, minori sono i consumi”.

Per i consulenti del lavoro si stima un danno da oltre 6,6 miliardi per le aziende con il rischio che in settore trasporti s’infiltrino aziende malavitose.

Altro settore in sofferenza per gli aumenti sono le piccole e medie imprese di trasporto merci e persone. A spiegare il perché è Juri Galvan, presidente CNA FITA Trentino-Alto Adige: “Le piccole aziende di trasporto merci sono costrette a rivedere i tariffari ogni settimana, quasi sempre al rialzo. E non sempre i committenti concedono i ritocchi necessari per coprire le spese. In queste condizioni, le piccole e medie imprese del settore devono assorbire i maggiori costi riducendo i margini di ricavo o lavorando sottocosto per alcuni periodi”. Secondo CNA FITA Trentino-Alto Adige è indispensabile che il Ministero dei Trasporti, l’Agenzia delle Entrate, l’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane mettano un punto fermo su eventuali meccanismi di ristoro, ad esempio il ripristino del recupero delle accise per il trasporto merci, e programmino interventi sui prezzi dei carburanti, come gli sconti applicati nel 2022, con durata annuale, e non con proroghe mensili.

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