Continua la salita dei prezzi dei carburanti. È l’effetti della quotazione del petrolio e dei prodotti energetici dei giorni scorsi (martedì 11 ottobre hanno chiuso in forte discesa) e del conflitto in Ucraina che ha ripercussioni sulle forniture di energia e gas nel continente europeo. Secondo quanto comunicato la Quotidiano energia , a livello medio il gasolio è tornato sopra i 2 euro al litro.
Prezzo del self service
Prezzo del servito
Per quanto riguarda il servito, il prezzo medio praticato della benzina si attesta a 1,844 euro al litro (rispetto al dato precedente di 1,836). Le compagnie, invece, praticano prezzi tra 1,772 e 1,918 euro al litro, mentre senza il logo il prezzo è di 1,741. La media del diesel servito sale a 2,004 euro al litro (contro 1,978 di martedì 11 ottobre), con i punti vendita delle compagnie che applicano prezzi medi compresi tra 1,972 e 2,071 euro al litro (senza logo a 1,905). I prezzi praticati del Gpl si posizionano tra 0,788 a 0,806 euro al litro (no logo quotato a 0,782). Infine, il prezzo medio del metano auto si colloca tra 2,784 e 3,392 (no logo 2,806).
I prezzi ancora sono condizionati dal taglio dele accise di 30 centesimi, varato dal governo e prolungato con il decreto Aiuti bis fino al 31 ottobre. Ma sono molti altri i fattori che pesano sui costi del carburante e che portano il diesel a costare più della benzina. Innanzitutto, il diesel viene impiegato in molti più settori e questo implica l’essere condizionato in modo maggiore dagli eventi economici e politici internazionali. La benzina, invece, viene utilizzato principalmente per alimentare le autovetture private; tir, cargo e mezzi di trasporto pubblici, sia urbani che extraurbani, impiegano per lo più gasolio, che è un’importante risorsa anche per lavorare a regime nelle fabbriche. Ciò significa che una minore a livello mondiale e parallelamente una crescita dei costi di materie prime causano aumenti sulla quotazione e quindi il prezzo alla pompa del diesel.