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Balneari, Corte Ue: «No al rinnovo automatico delle concessioni»

Si aggiunge un nuovo capitolo alla saga che vede l’Italia in contrasto con Bruxelles per la mancata messa a gara delle concessioni balneari come previsto dalle regole europee, la famosa direttiva Bolkestein del 2006. Ieri la Corte di Giustizia dell’Ue in una sentenza ha dichiarato che «le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente» e che «i giudici nazionali e le autorità amministrative sono tenuti ad applicare le norme pertinenti di diritto dell’Unione, disapplicando le disposizioni di diritto nazionale non conformi alle stesse».

Immediata la reazione del governo. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha spiegato che la sentenza era attesa e non è stata «una sorpresa»: «Si farà la mappatura — ha annunciato — e le cose che si devono fare, peraltro alcune regioni sono più avanti, altre più indietro. Ma con equilibrio e buonsenso».

La Corte si è pronunciata su ricorso dell’Autorità garante della concorrenza contro il Comune di Ginosa, che nel 2020 aveva prorogato le proprie concessioni di occupazione del demanio marittimo nonostante l’Agcom avesse rilevato che la delibera violava i principi di concorrenza e libertà di stabilimento. L’Agcom si è rivolto al Tar della Puglia che a sua volta ha sottoposto il problema alla Corte Ue.La sentenza della Corte di Giustizia rafforza la posizione della Commissione Ue, che già nel dicembre del 2020 aveva aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia inviando una lettera di costituzione in mora, senza però ottenere risultati. Anzi, il governo Meloni ha prorogato le concessioni balneari al 31 dicembre 2024 nel decreto «Milleproroghe», decisione però che è già stata bocciata a marzo dal Consiglio di Stato.

Giovedì 20 aprile una portavoce della Commissione Ue, durante il consueto briefing di mezzogiorno, ha assicurato che l’esecutivo effettuerà «un monitoraggio diretto e molto rigoroso della situazione». Ha anche detto durante l’incontro del 13 aprile scorso a Roma tra il commissario Ue al Mercato interno Thierry Breton e la premier Giorgia Meloni «la prima ministra ha rassicurato e garantito che le autorità italiane assicureranno molto velocemente l’applicazione del diritto Ue, anche alla luce della sentenza della Corte di Giustizia». Frase poi smentita poche ore dopo con la precisazione da parte della portavoce che l’incontrotra il commissario Breton e la premier Meloni «non riguardava questo tema (i balneari e la sentenza, ndr) e che nessuna delle due parti si è impegnata in merito ai prossimi passi».

Come previsto, il tema balneari però non è stato al centro del Consiglio dei ministri di ieri che ha invece approvato il disegno di legge annuale per il Mercato e la Concorrenza che, spiega in una nota il ministero del Made in Italy, «si inserisce a pieno titolo nel quadro delle misure e degli interventi di attuazione del Pnrr», con una serie di norme legate al raggiungimento di alcuni obiettivi fissati nel Piano. Tra le novità arriva la regolamentazione delle concessioni del commercio ambulante e un pacchetto di misure sull’energia con la promozione, ad esempio, dei contatori intelligenti per favorire il risparmio energetico. Nel ddl entrano anche norme sui poteri dell’Antitrust «per il rafforzamento e la razionalizzazione dei poteri di accertamento e sanzionatori». L’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, invece fisserà i prezzi del teleriscaldamento.

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