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Auto ibride “mild hybrid” e “full hybrid”, che differenza c’è

La forma più semplice di ibridazione contro quella più classica e completa: cosa cambia in fatto di costi e benefici

auto ibride “mild hybrid” e “full hybrid”, che differenza c’è

Auto ibrida: cosa si nasconde oggi dietro questo termine? Per fregiarsi di tale titolo, oggi come oggi, è sufficiente avere un qualche motore elettrico, non importa quanto grande o potente.

Il termine infatti indica tecnologie diverse tra loro, accomunate però dal fatto montare due differenti motori, uno a benzina (o più raramente diesel) e uno elettrico che interagiscono tra loro.

Basta questo per poter definire “ibrida” un’auto, sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista burocratico, con la stessa definizione generica che viene riportata sulla carta di circolazione (P.3) “IBRIDO” e garantisce l’accesso a diversi tipi di incentivi e agevolazioni.

In realtà però le differenze tecniche tra i vari tipi di ibrido ci sono eccome, e per comprare l’auto giusta per noi è bene conoscerle.

Il distinguo di base

La confusione si genera soprattutto fra i due sistemi ibridi più diffusi, ovvero i mild hybrid cosiddetti “ibridi leggeri”, e quelli di tipo full hybrid.

Se volessimo riassumere il concetto in due parole, potremmo dire che la differenza tra auto mild hybrid e auto full hybrid sta nella potenza e nel ruolo del motore elettrico.

  • Nei sistemi mild (o MHEV se preferite gli acronimi) il suo utilizzo è limitato e non si può viaggiare con motore termico spento
  • Negli ibridi “full” assume tutt’altra importanza, permettendo di abbattere i consumi in modo più rilevante, anche se con maggior complessità e quindi un costo superiore, permettendo però di muoversi (per pochi chilometri e a velocità cittadine) a emissioni zero.

Come sempre però ogni regola ha la sua eccezione ed esistono oggi in commercio auto con sistemi mild hybrid in grado di muoversi – per una manciata di chilometri – spinte unicamente dal motore elettrico. Noi le chiamiamo “middle hybrid”, in quanto rappresentano una sorta di via di mezzo tra le due tecnologie.

Auto Mild hybrid, come sono fatte

Sulle auto mild hybrid, motore elettrico e batteria hanno dimensioni e potenza molto limitati. Questo aiuta a contenere il peso e i costi, ma fa anche sì che il contributo alla riduzione dei consumi sia marginale.

In un sistema mild-hybrid infatti, il motore elettrico funziona da starter per avviare il motore principale e lo assiste in partenza e in accelerazione, dando una spinta aggiuntiva per “alleggerire” il lavoro nei momenti di maggior sforzo, aiutandolo a consumare meno carburante.

Tuttavia, come detto, di norma in un sistema mild-hybrid il motore elettrico non è in grado di provvedere da solo a muovere il veicolo. L’energia necessaria a farlo funzionare è recuperata in decelerazione e frenata, senza possibilità di ricaricare la batteria esternamente.

I mild più potenti “veleggiano”

Il principio è a grandi linee uguale per tutti i sistemi che si definiscono mild hybrid, con qualche eccezione: è il caso della tecnologia applicata ai motori di auto di grandi dimensioni (di marchi generalisti e premium), che sfruttano un impianto a 48 Volt anziché a 12 come altri costruttori, e potendo disporre di potenze maggiori offrono anche la funzione di veleggiamento.

Questa si attiva in particolari situazioni, come la marcia a velocità costante (e non superiore a un certo limite, di solito max 120 km/h). A questo punto, il motore endotermico viene spento e quello elettrico provvede a mantenere l’andatura per brevi periodi, secondo lo stato della riserva energetica.

Non soltanto piccole

La tecnologia mild hybrid è introdotta sempre più spesso come implemento per i motori di utilitarie e compatte, come Fiat 500 e Panda o la Lancia Ypsilon Hybrid, ma anche Ford Puma, l’intera gamma Suzuki, dapprima con Swift e Ignisa cui si sono aggiunte S-Cross e Vitara con il nuovo sistema a 48V, e molte altre.

Come detto esiste anche un sistema classificato come mild-hybrid ma con capacità leggermente superiori. I primis è stata la tecnologia e-boxer di Subaru, che ha la capacità di far partire l’auto con la sola spinta del motore elettrico e farle percorrere fino a 1,6 km (fino a un massimo di 40 km/h) solo se la batteria è al massimo e il piede molto leggero. Sono poi arrivati i “middle hybrid” di Stellantis, dapprima il 1.5 benzina di Jeep Renegade, Compass e dell’Alfa Romeo Tonale e poi il 1.2 da 136 CV. Unità che sfruttano la parte elettrica per muovere l’auto ma per pochi chilometri (meno di due) e a velocità contenuta. Le varie schede tecniche infatti indicano la città come ambiente ideale per ottenere significativi risparmi di carburante, mentre su strade a grande scorrimento i benefici sono quelli di un classico mild hybrid.

Auto full hybrid, come sono fatte

Sulle auto auto full hybrid la potenza di motore elettrico e batterie è ben maggiore, permettendo quindi interventi più importanti e prolungati del sistema che offre la possibilità di muoversi (per pochi chilometri) a emissioni zero, oltre a programmi di marcia con cui si può scegliere di sfruttare a fondo quella risorsa fino a che la riserva lo consente.

Hyundai Kona (2023)

Toyota Yaris Hybrid 130 CV (2024)

Oltre alla marcia in modalità unicamente elettrica, il vero vantaggio dei sistemi full hybrid – soprattutto nella guida cittadina – è la continua alternanza elettrico/termico, e le molte decelerazioni e frenate utili alla ricarica e che permettono di tenere il motore benzina (o diesel) spento per buona parte del viaggio.

La differenza in termini di consumi è rilevante proprio perché le auto più moderne, secondo i dati dichiarati, promettono di passare la maggior parte del tempo in città in modalità elettrica.

Alla famiglia delle full hybrid appartengono la capostipite Toyota Prius e in generale tutti gli ibridi Toyota e Lexus, Hyundai Kona e molte altre.

Come accennato in apertura, in un sistema ibrido completo la batteria è più potente e pesante, col risultato di un prezzo che può salire sensibilmente rispetto a una mild o a una endotermica pura. Anche se è difficile ottenere un raffronto corretto in quanto i motori abbinati non sono quasi mai gli stessi, la differenza a listino c’è.

Toyota Yaris Cross (2023)

Renault Clio E-Tech Hybrid (2023)

Parallelo o in serie

Le motorizzazioni full hybrid si possono dividere in due sotto categorie:

  • ibrido parallelo
  • ibrido seriale

Nelle auto con ibrido parallelo, come suggerito dal nome, motore termico ed elettrico lavorano parallelamente. Significa quindi che entrambi possono dare trazione alle ruote, insieme o da soli, alternandosi a seconda della potenza richiesta. Si tratta dello schema più utilizzato. Del gruppo fanno parte le già citate Toyota e Lexus, Suzuki Vitara ed S-Cross, le varie Kia e via dicendo.

L’ibrido in serie propone invece uno schema dove è il solo motore elettrico a muovere l’auto, mentre il termico funge da generatore per ricaricare la batteria, che rimane comunque non collegabile alla rete per “fare il pieno”. Ogni spostamento è quindi fatto sfruttando potenza e coppia dell’unità elettrica. Un esempio è il sistema e-Power utilizzato da Nissan.

Ci sono poi powertrain che stanno a metà del guado, come quello della Honda Jazz e:HEV, con l’elettrico a funzionare da solo fino agli 80 km/h e il termico a ricaricare la batteria, al di sopra di tale velocità invece il sistema chiude una frizione e il 1.5 viene collegato direttamente alle ruote.

Auto mild hybrid e full hybrid, il confronto

Nella tabella che segue sui può notare la differenza nella capienza e nella potenza della batteria tra tre vetture di segmento A e B: due utilitarie, Suzuki Swift e Toyota Yaris, e una city car, Fiat Panda Hybrid.

La Panda rappresenta ad oggi il modello più economico e semplice dotato di sistema mild hybrid e va sottolineato che a differenza delle altre due, ha il cambio manuale (disponibile anche per la Swift, anche se qui abbiamo scelto di prendere a riferimento la variante CVT).

Suzuki Swift Hybrid CVT Fiat Panda Hybrid M/T Toyota Yaris Hybrid CVT
Tipologia Mild hybrid Mild hybrid Full hybrid
Motore benzina 1.2 4 cilindri 1.0 3 cilindri 1.5 3 cilindri
Potenza 83 CV 70 CV 92 CV
Motore elettrico 12 V 12 V 12 V
Potenza 1,93 kW 3,6 kW 59 kW
Potenza tot. sistema 83 CV 70 CV 116 CV
Batteria 0,3 kWh 0,13 kWh 1,2 kWh
Peso sistema ibrido 45 kg 25 kg 125 kg
Comsumo WLTP 5,3 l/100 km n.d. 3,8 l/100 km
Consumo NEDC 4,13 l/100 km 4 l/100 km 2,8 – 3,2 l/100 km
Emissioni WLTP 121 g/km n.d. 85 – 112 g/km
Emissioni NEDC 73 – 92 g/km 89 – 92 g/km 64 – 95 g/km
Autonomia elettrica 2 km
Prezzo base 22.000 euro 15.500 euro 24.450 euro

Auto mild hybrid e full hybrid, gli incentivi

Al di là delle questioni tecniche, il beneficio più diretto riguarda la riduzione delle emissioni, inferiori sulle full hybrid, sia in assoluto sia in rapporto alla potenza disponibile.

Un parametro fondamentale per quanto riguarda gli incentivi auto 2024, con fasce organizzate in 4 step: 0-20, 21-60, 61-135 g/km) a cui corrispondono contributi differenti. Di base praticamente ogni auto full hybrid rientra in terza fascia, che attualmente riconosce uno sconto di 2.000 euro sul prezzo di listino se si rottama una vecchia auto, mentre le mild hybrid possono anche superare i 135 g/km. Un esempio? Andiamo sull’eccesso: l’Audi RS6 Avant è una mild hybrid, ma tra prezzo di 148.900 euro ed emissioni di CO2 di 227 g/km gli incentivi proprio non sa cosa siano.

Le ibride plug-in fanno storia se

La classificazione delle auto ibride non finisce qui: ci sono infatti anche le auto ibride plug-in. Quest’ultime montano una batteria molto più grande che si deve ricaricare per forza di cose con una fonte esterna, esattamente come le auto elettriche. I costi di acquisto lievitano sensibilmente e le valutazioni da fare sono di tipo diverso. Ne parliamo in maniera approfondita in un articolo dedicato.

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