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Aste Vip – La Range Rover di Bob Marley

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Aste Vip – La Range Rover di Bob Marley

Con questa Range Rover inauguriamo una mini-rubrica estiva dedicata ad auto appartenute a grandi personalità dello spettacolo, della politica e dello sport: mezzi con una storia importante alle spalle, poi venduti – inevitabilmente – all’asta. Buona lettura!

Una Range Rover ammaccata, arrugginita, con la carrozzeria di colori diversi, senza motore (o meglio c’è, ma è nel baule) e con diversi altri pezzi mancanti. Il ritratto di un’auto destinata alla rottamazione, buona solo per smembrare le poche parti sane ed essere dimenticata senza grandi rimpianti: come mai, allora, è finita all’asta al “Classic Car & Restoration Show” di Birmingham lo scorso marzo? Facile rispondere: era (forse) la Range Rover di Bob Marley.

Il modello che non ti aspetti. Un fenomeno in grande crescita nel mondo delle aste di auto d’epoca è quello dei modelli appartenuti a celebrità come divi del cinema, rockstar, politici, sportivi. In genere si tratta di auto di lusso – gettonatissime le Rolls-Royce, ma anche la Mercedes 600 Pullman – oppure sportive di razza, dove tra Lamborghini, Porsche, Ferrari, Aston Martin e simili c’è l’imbarazzo della scelta. Ecco perché una Range Rover non è una di quelle auto che fa saltare dalla sedia al solo sentirne il nome, anche se la prima generazione, lanciata nel 1970, rigorosamente con due porte, sta rapidamente conquistando l’interesse dei collezionisti. L’esemplare in questione, però, era in condizioni talmente disperate che solo un fanatico del marchio inglese poteva pensare di imbarcarsi in un restauro costoso e sproporzionato al valore delle vettura, trattandosi di un modello prodotto nel 1980 e non uno dei primi, ormai diventati decisamente rari.

L’ultima auto di una leggenda? Come detto, qui parliamo di quella che, secondo i titolari della casa d’aste inglese Classic Car Auctions, è stata l’ultima auto posseduta da una delle leggende della musica, Bob Marley. Tuttavia, sarebbe forse meglio usare il condizionale, perché il ritrovamente è avvolto da un alone di mistero che rafforza le perplessità sull’autenticità del mezzo e di quanto dichiarato dalla casa d’asta. L’auto è stata immatricolata nel 1980, appena un anno prima della morte – a soli 36 anni – del re del reggae. Da questo punto di vista, quindi, le date sono plausibili, ma riguardo il fatto che sul libretto compaia come proprietario Robert Nesta Marley, l’unico a metterci le mano sul fuoco è un misterioso intermediario.

La storia. noto infatti che l’autore di classici come Get up, stand up e No woman no cry circolasse con una Bmw 1602 di colore rosso in allestimento base per non ostentare la sua ricchezza e che, secondo la leggenda, l’avesse scelta perché le iniziali del marchio bavarese erano le stesse di Bob Marley & the Wailers (ovvero la sua band). Non ci sono quindi conferme ufficiali sul fatto che, a un certo punto, Marely si fosse orientato verso una vettura decisamente più costosa e utilizzata dall’aristocrazia britannica. Le uniche notizie certe sono che, dopo essere stata immatricolata per la prima volta in Germania, a un certo punto la Range Rover è stata spedita in Giamaica, per poi fare ritorno nella madrepatria inglese.

Dubbi e perplessità. Nonostante il famigerato intermediario sostenga di aver trattato direttamente con i membri della famiglia Marley e che siano stati gli undici figli di Bob a distruggerla, riverniciandola anche a pennello con svariati toni di verde (mentre il colore originale sarebbe il Masai Red), le perplessità restano. Proprio questa incertezza sull’effettiva paternità dell’esemplare potrebbe essere la causa della mancata vendita: già, perché l’auto non ha trovato un compratore. Sul sito di Classic Car Auctions, infatti, la foto riporta la desolante notazione not sold, ma chi non si è sentito di fare il grande passo rischia di mangiarsi le mani: se si visita il Bob Marley Museum a Kingston, non si potrà fare a meno di notare una Land Rover, posseduta proprio da lui e restaurata con cura nel 2015 dagli eredi in collaborazione con Atl Automotive, l’importatore del marchio inglese. Insomma, l’amore di Marley per certe auto inglesi era innegabile. Ai posteri l’ardua sentenza.

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