La Mustang Shelby di “Fuori in 60 secondi” ruggiva forte
Randall recluta la sua ex amante Sara “Sway” Wayland e il suo mentore Otto Halliwell per compiere una missione apparentemente irrealistica: ha soltanto 72 ore per impossessarsi di 50 auto di prima fascia, tra Ferrari, Lamborghini, Porsche e Mercedes Benz, salvando la vita del fratello. Nel film si alternano così vetture scintillanti, come la Ferrari 275 GTB/4, la Mercedes 300 SL “Gullwing”, la Jaguar XJ220, la Porsche 959 e la Plymouth Roadrunne.
Ce n’è però una, la Mustang, che cattura totalmente il cuore di Randall, che la accarezza, le sussurra frasi dolci e le affibbia pure un nome femminile, “Eleanor”. Nella prima stesura neppure doveva esserci, ma dal momento che il film vuole essere un remake – per quanto se ne discosti – del cult “Rollercar – Sessanta secondi e vai!” (1974), si sceglie in un secondo momento di riprodurre il modello usato all’epoca.
Versione modificata della Ford Mustang, la Shellby nasceva espressamente come vettura destinata a dominare il segmento sportivo negli anni Sessanta. Viene prodotta da Carrol Shelby, tramite la Shelby-American. Le versioni principali realizzate sono la GT350 e la GT500. Il primo modello ad uscire in assoluto, nel 1965, è disponibile in un’unica colorazione, il Wimbledon White. Su richiesta poteva essere aggiunto un kit di strisce Le Mans Blu. Il motore era una versione modificata del Windsor K-code da 4.7 L (289 in3) V8.
Nelle versioni successive si aggiunsero le colorazioni del verde, del blu, del rosso e del nero. Nel 1967uscì sul mercato la GT 500, che montava un motore da 7 L (427inch3) Big-block V8 FE Police Interceptor. Le altre principali modifiche avevano a che fare con il gruppo luci posteriori e nella presenza di prese d’aria su entrambi i lati. Questa fu inoltre la prima vettura a montare di serie un roll-bar, una protezione in tubi saldati interna all’abitacolo.
La produzione della Shelby si concluse nel 1970, ma rinacque in pompa magna con una presentazione al Salone internazionale di New York. Film o realtà, innamorarsi resta inevitabile.