Se la Ducati clienti batte l’ufficiale per un cavo
In pratica: di Ducati in pista ce ne sono ben otto, cosa che ha fatto storcere il naso alla concorrenza per il rischio di un mondiale monomarca. I risultati, guardando la classifica, sono un po’ quelli: Bagnaia primo, Martin subito dietro con la Pramac, poi Bezzecchi (Mooney VR46) e un Team Gresini che scalpita e accoglierà nel 2024 il fenomeno Marc Marquez. Però, come dice l’Ingegner Dall’Igna, «quando la Suzuki ha lasciato, ci è stato chiesto aiuto. Anche se sappiamo bene che le moto sono tante da gestire».
Per riuscirci, allora, ecco la soluzione fatta in casa durante la pandemia, e che grazie alla sua tecnologia è diventata «un vantaggio competitivo». Si chiama Remote Garage, è nella sede di Bologna, ed è collegato con le piste di tutto il mondo in modo da ricevere i dati che escono da quel cavo. Ed è qui appunto la risposta alla domanda iniziale: via server arrivano sugli schermi i set up e le elaborazioni dei 4 team Ducati e a tutti vengono restituiti. In pratica: se Bagnaia trova una nuova soluzione vincente, lo sa anche Martin e viceversa. Così come succede anche per ingegneri e piloti degli altri box legati alla casa madre: «È la nostra filosofia ha spiegato Gabriele Conti, Direttore dei Sistemi Elettronici Ducati, durante un giro nel paddock a Misano : preferiamo la condivisione. Magari per noi potrebbe diventare uno svantaggio, però lavorare insieme agli altri dà più possibilità di migliorare. Nella massima trasparenza». E in fondo, allora, il segreto Ducati è molto semplice: fare squadra. Perché poi, naturalmente, vincerà il migliore.