Nato ricco ma umile, la Vespa e il diploma
Non era difficile incontrare Vialli, spesso in Vespa. Bazzicava il Bar Rio, vicino al Duomo, aveva una splendida fidanzata, ed era gentile con chiunque si avvicinasse. Il destino ha voluto che Gianluca abbia segnato i suoi gol più belli alla Cremonese, quando giocava nella Juventus. Due rovesciate clamorose, una all’andata e l’altra al ritorno. Giustamente esultò, e parecchio, cosa che non piacque a una parte della sua vecchia tifoseria. Ma i veri tifosi hanno sempre seguito la carriera di Vialli e di tutti gli ex grigiorossi. Verso di lui, però, i veri tifosi avevano un’attenzione in più, perché era nato sotto il Torrazzo. Gianluca ha reso orgogliosi i cremonesi molte volte. Da calciatore, ma non solo. Ha alzato molte coppe, vinto scudetti, divertito ed esaltato gli inglesi, nel periodo al Chelsea. A Cremona, tutti ricordano, come testimonianza del valore dell’uomo, quando, dopo i successi come calciatore, tornò a prendere la maturità da geometra come avrebbe voluto, anzi: preteso, il «suo» presidente Luzzara, se Gianluca non fosse esplose così presto. Ai vittoriosi europei 2021 era capo delegazione, andava in panchina e si accendeva a ogni gol dell’Italia, anche se il vero protagonista era il suo amico di sempre, l’allenatore Roberto Mancini. Vialli non era un invidioso, la sua gioia era sincera. Ha lottato come un leone contro il cancro, con trasparenza e pudore. È stato un esempio, e un tempo è stato anche l’ala della Cremonese. Dopo la vittoria agli Europei, ha pubblicato un selfie dove scriveva che era «il tempo dei ringraziamenti», a colpo d’occhio alle sue spalle si vedeva il santuario di Grumello, vicino a Cremona, a un passo da casa sua. È stato un campione in campo e divenne un campione anche fuori dal campo. Di recente, aveva fatto ritorno al suo stadio, lo Zini di Cremona, con una certa frequenza. Si accomodava in tribuna d’onore, applaudito dai presenti. Era un eroe ferito che tornava a casa, tra la sua gente, forse per sentire l’affetto intorno a sé. Sì, c’è da essere orgogliosi di lui.