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MotoGP | Taramasso: "I 9 record sulla durata sono l'orgoglio di Michelin"

Molti l’hanno additata quasi come l’ago della bilancia per le difficoltà incontrate da Jorge Martin in Qatar, nel momento chiave della lotta per il titolo 2023 della MotoGP. La Michelin è la prima a volerci vedere chiaro e porterà avanti l’indagine sul pneumatico posteriore utilizzato a Lusail dal portacolori del Prima Pramac Racing, ma per l’azienda francese è anche giusto trarre delle conclusioni su un’annata che, nonostante tante variabili complicate da affrontare, alla fine ha dato soprattutto spunti positivi. E lo abbiamo fatto parlandone con il responsabile Piero Taramasso.

“Per prima cosa vorrei congratularmi con Pecco Bagnaia per aver vinto il suo secondo titolo iridato consecutivo. E’ stato veloce ed è stato molto costante, quindi lo ha meritato”, ha detto Taramasso a Motorsport.com, prima di andare a tracciare un bilancio positivo della stagione appena conclusa, nella quale spiccano soprattutto i 9 record migliorati per quanto riguarda la distanza di gara.

“E’ stata una stagione lunga ed impegnativa dal punto di vista logistico, perché ci sono state ben 20 gare lunghe e 19 Sprint. Ma tutto sommato è stata una stagione positiva, nella quale siamo riusciti a fare 36 nuovi record, 9 dei quali relativi alla durata della corsa, che ci rendono molto orgogliosi. E’ proprio questo che deve cercare un produttore di pneumatici: realizzare delle gomme che non siano competitive solo sul giro secco, ma nell’arco di un’intera gara. Quindi che garantiscano sia performance che costanza. Tant’è vero che spesso i tempi migliori sono stati registrati nei giri conclusivi delle gare. E questo ha permesso anche di assistere a delle gare molto spettacolari. Parlando ancora di numeri, sono stati ben otto i piloti che hanno ottenuto delle pole position ed altrettanti i vincitori. E pure queste sono statistiche importanti, che parlano da sole. Se ci sono tanti piloti e tante moto competitive, vuol dire che anche le gomme sono versatili”, ha aggiunto il responsabile dell’azienda francese.

Il 2023 è stato un anno di grandi novità dal punto di vista delle gomme…

“E’ stata anche una stagione stimolante, proprio perché c’erano parecchie novità, a partire dalla nostra gamma, che è stata ridotta rispetto al passato, perché abbiamo proposto meno specifiche per l’intero campionato, eliminando le mescole meno utilizzate per una questione di sostenibilità. Senza dimenticare che era stata modificata anche l’allocazione per i weekend di gara, che ora impone due sole soluzioni per il posteriore, a differenza delle tre che avevamo fino al 2022, quindi c’era la difficoltà di dover coprire tutti i range di temperatura con una specifica in meno. Però se sono stati battuti così tanti record, vuol dire che le gomme erano ben centrate e performanti”.

Ci sono state novità anche a livello di calendario, con alcuni circuiti che sono stati collocati in finestre diverse da quelle abituali…

“Abbiamo dovuto scoprire anche dei nuovi circuiti, come il Buddh International Circuit in India, ma anche altri su cui invece è stato steso un nuovo manto d’asfalto senza avere la possibilità di fare dei test prima del GP. Per esempio in Qatar, in Indonesia, a Valencia, ma anche in Malesia tra la curva 7 e la curva 12. Sono sempre situazioni difficili da anticipare, ma in questi casi abbiamo avuto modo di portare delle soluzioni di back-up, che ci hanno comunque permesso di affrontare i weekend senza particolari patemi”.

Nonostante il calendario molto fitto, non siete rimasti con le mani in mano ed avete iniziato anche a pianificare gli sviluppi per le prossime stagioni…

“Abbiamo lavorato a nuove soluzioni, tra cui una costruzione anteriore che quest’anno è stata provata dai collaudatori e che i piloti titolari invece avranno modo di valutare nei test ufficiali del prossimo anno, con l’obiettivo di introdurla nei weekend di gara nel 2025. In realtà, l’avevamo portata anche per i test di Valencia, ma non ci sono state le condizioni per provarla, perché l’avevamo preparata con la mescola dura, che è stata quella utilizzata per le due gare del weekend, ma le temperature erano troppo basse quel giorno. Ma abbiamo portato avanti anche lo sviluppo di nuove tecnologie di mescole, pensate per offrire un po’ più di grip ed un rendimento più costante. In questo senso abbiamo provato delle mescole posteriore nei test Misano e invece delle anteriori in quelli di Valencia, ottenendo dei feedback positivi dai piloti. Queste nuove mescole saranno proposte anche nei test pre-campionato in Malesia ed in Qatar e saranno introdotte in gara nella prossima stagione”.

Meccanico Michelin

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

L’ultima novità legata agli pneumatici è stata l’introduzione della regola che impone un valore minimo per la pressione per evitare sanzioni. Una norma che ha creato parecchie discussioni, tu come la valuti?

“La regola è entrata in vigore a partire dalla gara di Silverstone, una volta che c’era la certezza che tutta la parte relativa alla ricezione dei dati funzionasse correttamente. Io poi credo che questa stagione ci ha dimostrato che quando si vuole rispettare il valore della pressione, si può fare. Noi abbiamo accesso ai dati di tutte le squadre e devo dire che gli ingegneri stanno facendo un ottimo lavoro da questo punto di vista, perché non è facile prevedere come andrà la gara e come la posizione influirà su temperatura e pressione della gomma anteriore. Adesso dovremo valutare tutti i dati per vedere se mantenere lo stesso sistema anche il prossimo anno o fare delle variazioni. Questo comunque andrà fatto in concerto con Dorna, FIM ed IRTA”.

A livello più generale c’è stato l’arrivo del nuovo format con la Sprint, che è piaciuto ma ha creato un bel dibattito perché i piloti ritengono che sia stremante dal punto di vista fisico e mentale, oltre ad aver portato ad un aumento degli infortuni. Come valuti questa prima annata?

“Credo che la Sprint abbia creato una maggiore visibilità, ma soprattutto a noi ha offerto molti più dati, che sono davvero utili per la scelta delle gomme per la gara lunga di domenica, ma anche per i team per cercare di migliorare il set-up delle moto. Perché trattandosi di dati ottenuti in condizione di gara, sono sicuramente i più affidabili che si possano avere. L’unico aspetto negativo è che avendo una gara già al sabato bisogna lavorare in maniera abbastanza frenetica e il venerdì sera bisogna già avere un’idea abbastanza chiara sulle scelte da fare in termini di gomme. E’ anche vero però che con il nuovo format la seconda sessione di prove libere ora dura un’ora e questo permette di fare anche dei long run per valutare l’usura ed il decadimento degli pneumatici. E questo è sicuramente un aspetto positivo”.

Nel finale di stagione ha fatto discutere parecchio la gomma posteriore di Jorge Martin in Qatar, perché il pilota del Prima Pramac Racing ritiene che fosse difettosa e che abbia pesato nella sua sconfitta nella corsa al titolo. State ancora portando avanti le indagini su questo pneumatico?

“Dai dati non si vedono grandi cose. Nei parametri in fabbrica non c’era niente di anomalo. Una volta che avremo analizzato la gomma anche internamente potremmo avere una risposta, ma dopo che è stata scaldata ed utilizzata è difficile. A volte puoi trovare qualcosa e altre no, dipende anche da quanto è grande il problema. In ogni caso, a gennaio comunicheremo l’esito della nostra indagine alla Ducati e alla Dorna, in modo che tutti siano al corrente”.

La stagione 2023 della MotoE è stata caratterizzata invece dal passaggio dalla Energica alla Ducati. Che tipo di indicazioni avete raccolto nella serie elettrica?

“E’ stata la prima stagione con la moto di Borgo Panigale e con la nuova gomma posteriore realizzata con il 52% di materiali sostenibili. Grazie alla crescita dell’intero pacchetto sono stati battuti i record praticamente su tutte le piste. Ai piloti poi è piaciuta molto la capacità di offrire un warm-up quasi istantaneo della gomma posteriore, oltre a quella di garantire un buon grip. Per quanto riguarda la gomma anteriore, a partire dalla gara di Barcellona abbiamo introdotto una versione un po’ più rigida per dare più sostegno alle moto. Abbiamo visto che era una scelta corretta, quindi anche le gomme del prossimo anno nasceranno con questa filosofia. Inoltre, al posteriore aumenteremo ulteriormente la percentuale di materiali sostenibili, anche se dobbiamo ancora decidere di quanto, perché abbiamo diverse opzioni da provare”.

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