Jorge Martin, Pramac Racing
Il portacolori del Prima Pramac Racing è stato il più veloce nella prima sessione di prove libere del Gran Premio d’Australia di MotoGP, ma lo ha fatto rifilando la bellezza di oltre sette decimi al migliore degli inseguitori, che a sorpresa è Augusto Fernandez con la KTM della GasGas Tech3.
E’ vero che il madrileno è stato l’unico a montare la gomma soft al posteriore per stampare l’1’29″039 che lo ha issato in cima alla lista dei tempo. Allo stesso tempo, però, è stato anche quello che ci aveva messo meno di tutti a scendere sotto all’1’30” all’inizio della sessione, perché gli erano bastate appena 5 tornate.
Tornando a scorrere la classifica, anche per Fernandez bisogna chiarire che nel finale ha utilizzato una gomma nuova sulla sua RC16, anche se si è trattato di una media. In terza posizione invece c’è l’Aprilia di Maverick Vinales, che è l’ultimo ad aver infranto la barriera dell’1’30”. Il pilota di Roses però è stato quello che probabilmente ha mostrato il passo gara migliore, cosa che non deve sorprendere, perché sulla carta il tracciato australiano è molto congeniale alla RS-GP.
Quarto tempo per la KTM di Brad Binder, che però inizia ad accusare un distacco da capogiro, visto che si parla già di 1″2. Gap identico da quello pagato da Johann Zarco, che con la Ducati del Prima Pramac Racing predece quella griffata Mooney VR46 affidata ad un Marco Bezzecchi ancora convalescente dall’operazione alla clavicola destra di appena 10 giorni fa.
La top 10 si completa con la seconda Aprilia di Aleix Espargaro, quindi fin qui è stato un venerdì complicato per le moto giapponesi. La migliore è stata la Honda di Marc Marquez, che occupa la 12° posizione nonostante l’otto volte iridato sia anche incappato in una scivolata alla curva 10. A terra c’è finita alla curva 6 anche l’altra RC213V di Alex Rins, che invece è 14°, dietro anche alla GasGas Tech3 di Pol Espargaro.
Bisogna scendere fino alla 18° piazza per trovare la Yamaha di Fabio Quartararo. Il podio di Mandalika sembra un lontanissimo ricordo per “El Diablo”, che si ritrova a 1″8, tallonato dalla M1 gemella di Franco Morbidelli. Così come lo è il quarto posto di domenica scorsa per Fabio Di Giannantonio, 16° con la Ducati del Gresini Racing. Quello messo peggio di tutti però è Luca Marini, 22° ed ultimo con la Desmosedici GP della Mooney VR46.