Un breve ripasso del funzionamento delle luci di posizione e degli obblighi di legge previsti. E cosa cambia rispetto ai fari anabbaglianti
I fari sono uno degli elementi più importanti di un’auto non solo se si parla di look e design. Per quanto banale possa sembrare, i fari non devono essere belli da vedere, ma anche funzionali per segnalare la posizione dell’auto in ogni condizione.
Nonostante si siano costantemente evoluti negli anni, quindi, il loro ruolo non è cambiato. Così come le leggi, che è necessario conoscere per non avere problemi con le forze dell’ordine e per viaggiare in sicurezza.
Le differenze tra le varie luci
Segnalare la propria presenza sulla strada è fondamentale per migliorare la sicurezza e ridurre gli incidenti. Non si tratta solo di una questione di buon senso, ma come detto è anche un obbligo di legge. Esistono tre tipi di luci su un’auto:
- Luci di posizione: di solito poco luminose e caratterizzate da una grafica LED nelle auto più recenti;
- Fari anabbaglianti: possono essere alogene, a LED, allo xeno o Matrix LED e permettono di illuminare una buona porzione di strada;
- Fari abbaglianti: sono le luci più luminose in assoluto e vanno utilizzate solo quando non ci sono altri veicoli di fronte sulla stessa corsia e/o in quella opposta.
L’obbligo di utilizzare i fari anabbaglianti ha origine dalla direttiva UE 97/28, recepita in Italia tramite il decreto del 14 novembre 1997.
Le luci diurne dell’Alfa Romeo Tonale
Le luci diurne dell’Audi RS3
Le luci di posizione e luci diurne possono svolgere la funzione di faro anabbagliante di giorno e in condizioni di perfetta visibilità. In caso di pioggia, neve, foschia o altre condizioni (per esempio, l’attraversamento di una galleria) è obbligatorio inserire gli anabbaglianti.
C’è anche da dire che le auto più moderne hanno una funzione automatica che rileva la luminosità e agisce direttamente sull’accensione o spegnimento dei fari anabbaglianti.
Per capire quale tipo di luce è inserita basta guardare la relativa spia sul quadro strumenti.
Le luci di posizione sono indicate da una spia verde composta da due elementi e tre linee, mentre gli anabbaglianti presentano un’icona verde con una serie di linee rivolte verso il basso. Infine, gli abbaglianti sono di colore blu e hanno le linee dritte.
Luci diurne (a sinistra), luci anabbaglianti (al centro), luci abbaglianti (a destra)
I colori
Le luci di posizione, che variano in base alla loro posizione sul veicolo, includono la luce anteriore (gialla o bianca), laterale (arancione) e posteriore (rossa).
Quindi, qualsiasi modifica alle luci di posizione non solo è illegale, ma mette anche a rischio la sicurezza degli altri conducenti, poiché compromette la comunicazione visiva.
Le luci diurne della DS 7
Le luci diurne della Fiat 500 elettrica
Luci di posizione: cosa dice il Codice della Strada
Secondo il Codice della Strada, è obbligatorio attivare le luci di posizione nelle condizioni di scarsa visibilità e da 30 minuti dopo il tramonto a 30 minuti prima dell’alba, sia in città che su strade extraurbane. Chi non ha una vettura dotata delle DRL, è tenuto a tenere sempre accesi gli anabbaglianti.
Chi non rispetta queste regole rischia multe da 42 a 173 euro e la possibile decurtazione di un punto, soprattutto in caso di bassa visibilità.
Occhio anche alle modifiche estetiche. Se si decide di installare delle luci diurne aftermarket, è necessario utilizzare un kit omologato e farlo montare da un’autofficina di riparazione autorizzata. Ad essa spetta l’onere di certificare il montaggio attraverso la compilazione di un modulo ad hoc.