La Ferrari in crisi: tanti cambi, nessun miglioramento. Della vecchia Scuderia non c’è più niente
Battute scherzose quando da ridere non c’è nulla, diagnosi all’aria fritta nelle comunicazioni pre e dopo gara con previsioni regolarmente smentite dalla pista. Una modalità che porta all’indifferenza, l’anticamera del disamore. Il vertice dell’azienda non ama la vetrina, sembra accompagnare questa fase, frutto di una decisione covata a lungo e anche per questo difficile da mettere in discussione ora.
Ci si domanda cosa ha portato il cambio al vertice deciso lo scorso inverno. Nulla. Le promesse si sono rivelate illusorie, le correzioni invisibili, gli errori, ripetuti. Vasseur è uomo di pista, non di fabbrica. Maranello come una tappa di un percorso professionale che da questa esperienza non mostra lampi. Dalla Ferrari se ne vanno, se ne sono andati, in tanti; attendiamo arrivi che potranno incidere eventualmente sulla vettura 2025. Mentre chi alla Ferrari lavora si sente ripetere da mesi di affiancamenti e, sostituzioni, sai che bel vivere.
Intanto, le Rosse sono retrocesse di nuovo a quarta forza. L’immagine è quella di una squadra inconsapevolmente disorientata che per questo disorienta. Di un disarmo che chiede, se non una rivoluzione, interventi profondi, attenti e un calore, umano e passionale, che appartiene a una tradizione unica e perduta.