3 – GP ITALIA F1/2023 – SABATO 02/09/2023
Le emozioni, spesso latitanti, remote, cancellate dal tepore della monotonia, sono riapparse nel GP di Italia. Max Verstappen ha dominato, e però il viaggio è stato leggermente diverso, c’è stato un ritorno di fiamma, un refolo di orgoglio, un sussulto per dire presenti, ci siamo, noi, qui in casa. La Ferrari protagonista, quasi un ossimoro se pensiamo alla balbettante SF23, inguidabile quasi sempre, non quando si tratta di decollare ad altà velocità, azzerando quell’aderenza capricciosa e trasformandosi in un missile rosso. Baku, Spa, Monza, non per avvicinare los bibitaros, ma per issarsi ad un livello decente, per essere in qualche occasione credibili.
La pole position, del pilota che non ti aspetti, del “passista” Sainz, una piccola favola sul campo di casa. La resistenza in gara, tenace, convinta, cattiva, a Verstappen, per quindici giri, tenendo la testa della corsa, un manifesto di emozione pura e sì bravissimo Carlos, che così si è guadagnato una fetta del cuore dei tifosi, mai troppo teneri con lui.
La Ferrari a Monza non voleva essere banale, non voleva passare per comprimaria, cercava una giornata diversa e per una volta ce l’ha fatta. Dopotutto questa Rossa vincente non lo è nemmeno per scambio, e probabilmente non lo sarà a breve, ma con atteggiamento da provinciale voleva lasciare un segno nella partita reputata importante. Un terzo e quarto posto non salvano una stagione mediocre, ma il duello all’arma bianca, con sorpasso, controsorpasso, bloccaggio, noncuranti delle raccomdanzioni via radio, ci lascia almeno il ricordo di una Ferrari che ha onorato il GP di Italia e di due piloti che hanno “sentito” la gara.
Entrambi ci hanno fatto divertire e si sono divertiti, e ci sarà tempo per sviscerare i contorni di una rivalità che potrebbe anche accendersi o degenerare, ma che verosimilmente resterà nell’alveo del rispetto e della sportività. Troppo intelligenti Sainz e Leclerc per rovinare il loro rapporto (lavorativo soprattutto) inseguendo piazzamenti. Ma a Monza entrambi volevano salire sul podio e bene ha fatto Vasseur a girarsi dall’altra parte. Qualsiasi ordine di scuderia avrebbe rovinato uno sprazzo di sano motorsport; in una F1 che già è fin troppo finta e con un Cavallino già abbastanza mediocre, sarebbe stato un peccato mortale privarci anche di una bel duello tra gli alfieri rossi.
Antonino Rendina