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Ferrari, jolly motore per Sainz a Monza: la Rossa punta alla pole

ferrari, jolly motore per sainz a monza: la rossa punta alla pole

Carlos Sainz: ieri ha compiuto 29 anni ed è stato il più veloce nel secondo turno delle libere a Monza. La Ferrari punta alla prima fila oggi in qualifica (Getty Images)

MONZA Come una volta, quando la gara di casa serviva a raddrizzare le stagioni storte. Non c’è Piero Ferrari (a Venezia per il film sul papà), non c’è il presidente John Elkann. L’amministratore delegato Benedetto Vigna parla a lungo con i piloti delle Frecce Tricolori che domani sorvoleranno l’autodromo prima della partenza. Una chiacchierata sulle origini storiche del Cavallino Rampante.

È una Rossa che prova a spiccare il volo sul circuito dove si usano le ali più piccole del campionato. Che restituisce sorrisi dopo la disperazione dell’Olanda quando per tre giorni non si era trovata una configurazione aerodinamica accettabile su un tracciato pieno di curve. Monza è l’opposto, come agli antipodi sono le sensazioni iniziali. Di Sainz, primo tempo nelle libere, 29 anni compiuti ieri e neanche il tempo di festeggiare, perché il regalo vorrebbe scartarlo domani pomeriggio. E lo vorrebbe grosso, come minimo il suo primo podio del 2023. «Appena messa la macchina in pista ho sentito che era “normale”: prevedibile e facile da guidare, ed è stato un bel feeling. Non significa che vinceremo ma è stata una buona partenza. E poi sognare non costa nulla, soprattutto qui in mezzo ai tifosi».

Ma guai ad alimentare illusioni («la Red Bull è sempre avanti a noi come passo gara» avverte Sainz), questo Mondiale cominciato all’insegna di grandi promesse, ne ha generate troppe. Ma a Monza almeno la Ferrari è arrivata preparata e con l’attegiamento giusto di chi sa che cosa deve fare, quello dello spagnolo non pare un lampo isolato ma il picco di miglioramenti evidenti. Il piano ricorda un po’ quello del 2019 (trionfo di Leclerc su Hamilton): provare a conquistare la pole per poi dettare il ritmo.

La potenza è la chiave per tentare di sbancare le qualifiche su una pista dove per il 77% del tempo sul giro si viaggia con l’acceleratore a tavoletta. Da Maranello sono arrivate forze fresche. Entrambe le monoposto dispongono di power unit nuovissime, nelle componenti termiche (V6 e turbo) e in quelle ibride (Mgu-h e Mgu-k). Lavori di fino per consentire una migliore erogazione dei cavalli e un maggior recupero dell’energia elettrica. «Ormai su questa generazione di motori è stato già raggiunto il massimo livello di efficienza e sono congelate» ha spiegato Enrico i , capo dell’area power unit della Ferrari, già assorbito dalla progettazione dei motori 2026, «una sfida tecnologica dagli sviluppi straordinari». Un passo alla volta, adesso lo dice anche Fred Vasseur che nei mesi scorsi si era avventurato in previsioni troppo ottimistiche: «Manteniamo la calma, non esageriamo con le aspettative. Io ci ho provato in tutta questa settimana ma fin dal mattino sentivo la passione che batte a Monza. Possiamo fare un buon risultato».

Quanto buono? Con un doppio podio il boss francese sarebbe felice. Non sarà semplice fra giochi di scie(qui il «traino» può valere dai 3 ai 5 decimi) in un gruppo compatto dove finora soltanto la Ferrari è emersa come chiara seconda forza dopo la Red Bull, ma la McLaren sul giro secco (Norris 2° e Piastri 4°) può essere molto pericolosa. Più di Mercedes e Aston Martin, in difficoltà. Fra i campioni Perez è più fiducioso di Verstappen («È stato uno dei miei venerdì migliori»), nonostante il botto alla curva dedicata ad Alboreto. Max non sembra preoccupato nella caccia alla decima vittoria di fila, anche se dovesse partire dietro per risalire userà la micidiale ala mobile. Ferrari apparentemente in forma, ma con Leclerc dietro al compagno. Che succede allo specialista delle pole? «Faticavo un po’ con il serbatoio vuoto, sulle simulazioni di gara invece andavo meglio. Ma so dove intervenire». Parole come promesse, da mantenere, perché sia davvero come una volta.

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