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Ferrari, il retroscena sul Gp Austria Leclerc girava lontano dal limite

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Ferrari, il retroscena sul Gp Austria Leclerc girava lontano dal limite

Ottimismo, prudenza, soddisfazione per aver ottenuto alcune risposte. Sono gli stati d’animo che accompagnano la ripresa della Ferrari dopo il Gp d’Austria, con il ritorno sul podio di Charles Leclerc e dati confortanti sulla macchina. Quanto incoraggianti? Per valutare l’entità del recupero non va dimenticato l’avvio horror del campionato. La caduta verticale, con punti bassissimi come Miami e Barcellona, nonostante proprio in Spagna sia iniziata la trasformazione dela SF-23. Toccato il fondo, il rimbalzo è avvenuto in Canada, Fred Vasseur a spettava il Red Bull Ring come un punto di svolta.

L’inversione di tendenza c’è stata su un tracciato dalle caratteristiche diverse rispetto a Montreal. A reagire è stato lo stesso gruppo tecnico che ha progettato la SF-23, a conferma che la monoposto nata sotto la precedente gestione di Binotto non è un bidone ma neanche un missile, guardando al ritmo di Verstappen. E alla rimonta di Perez (da quindicesimo a terzo), la battaglia con Perez sarà anche stata bella come ha detto il presidente Elkann, ma lo spagnolo si è dovuto arrendere. Se il messicano uscirà dal torpore sarà molto difficile toglierli il secondo gradino del podio, al netto di episodi.

L’obiettivo non è lo squadrone blu, che ha sviluppato la macchina con il contagocce perché è talmente forte da non averne bisogno, ma restare davanti a Mercedes e Aston Martin, tenere sotto controllo la crescita della McLaren (bene Norris con gli aggiornamenti, arriveranno anche per Piastri). Nell’analisi della corsa austriaca emergono indicatori interessanti: la Ferrari ha girato lontana dal limite, soprattutto quella di Leclerc. Per una scelta precisa, conservativa, che privilegiava l’ottimizzazione del nuovo pacchetto aerodinamico (ala anteriore e fondo) a discapito della prestazione massima. Per portare a casa il podio.

La gara di Charles è stata fra le meno spettacolari della sua carriera ma fra le più concrete: ha gestito le gomme senza forzare, ev itando di cadere nell’assurda «trappola» dei track limits (all’Aston Martin avevano preparato bene il ricorso e anche su questo c’è da imparare, per muoversi fra le pieghe del regolamento) come il compagno Sainz, frustrato dagli ordini di scuderia. Se il rapporto potrà essere recuperato si scoprirà presto. Nel fine settimana si corre a Silverstone, dove Carlos l’anno scorso aveva vinto fra i musi lunghi di Charles. La situazione è completamente cambiata adesso.

Sulla pista inglese saranno introdotte altre due novità aerodinamiche, a Maranello c’è fiducia per un esame ancora più severo di quello dell’Austria. Per i curvoni veloci d’appoggio, che la Rossa soffre in particolar modo. I punti interrogativi non sono pochi: dall’adattamento alle nuove gomme Pirelli (progettate per l’incremento delle prestazioni delle monoposto), alle comunicazioni fra muretto e piloti, al Red Bull Ring Leclerc si è preso una penalità nelle qualifiche alla Sprint Race. A Silverstone è nato il Mondiale di F1, lì può rinascere la Ferrari. Forse.

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