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Ferrari, dopo Silverstone meglio lavorare sulla macchina del 2024

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(Getty Images)

F anno fatica persino loro, quelli della Ferrari, a trovare le parole, figuriamoci noi, qui, alle prese con una classifica di nuovo amarissima, fatta di tre punti ottenuti da due piloti. Dopo i conforti, gli entusiasmi, i timidi ottimismi austriaci, abbiamo avuto macchine senza ritmo, trazione, passo, grinta, gioia, insomma tutto quel repertorio utile a far bella figura davanti all’appassionata, raffinata platea inglese. Presa, ahinoi, a far festa, per gli exploit della McLaren, per il podio di Hamilton. Il tutto sul tracciato che doveva offrire conferme definitive, speranze rilanciate, come detto peraltro da chi alla Ferrari lavora.

Va così, piuttosto, cronicamente ormai: qualche gara discreta per qualcuno, modesta per altri, dentro un girone di piazzati alle spalle della Red Bull. McLaren a Silverstone come la Ferrari a Zeltweg, come l’Aston Martin a inizio stagione, come la Mercedes di tanto in tanto. Una selva popolatissima, a tratti oscura, talvolta illuminata, mai abbastanza o del tutto. Con la sensazione che in questo modo andremo avanti sino alla fine, ascoltando una quantità di teorie su temi aerodinamici, utili per farci capire che questa macchina rossa più di tanto non può andare, non può fare, pur lottando in mezzo ad altri che, a rotazione, maneggiano impacci o lampi simili. Dipende. Da curve più o meno severe, da temperature più o meno alte, da quisquilie e pinzillacchere incomprensibili.

Si era detto: questo progetto va perseguito, va fatto sbocciare. Siamo ancora sicuri che sia così? Che non convenga cambiare indirizzo tecnico, filosofia progettuale? Pensando all’anno prossimo visto che, comunque vada, l’anno in corso comporta e comporterà bilanci rosso cupo. Le parole, ecco, non servono più: è comprensibile l’imbarazzo; è condiviso lo sconcerto, non pare nemmeno il caso di pretendere resurrezioni a breve, di sguazzare in questa alternanza di conforti e sconforti. Pensiamo al 2024, accettando con serenità quel che viene, con la consolazione di essere in buona compagnia. Tutti impantanati in mezzo al guado. Escluso Max.

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