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Ferrari, conti record senza guerra dei prezzi. Vigna: «Agili e veloci nella transizione»

ferrari, conti record senza guerra dei prezzi. vigna: «agili e veloci nella transizione»

Ferrari, conti record senza guerra dei prezzi. Vigna: «Agili e veloci nella transizione»

Ferrari ha archiviato un altro trimestre da ricordare e il mercato ha accolto la notizia con favore: +4,70% il titolo, decollato in corrispondenza del rilascio della comunicazione sui conti. I numeri. Le consegne totali da Maranello nel primo trimestre sono state pari a 3.567 unità (in aumento del 9,7% rispetto al primo trimestre 2022). L’aumento delle consegne è stato trainato dalla Portofino M, dalla 296 GTB e dalla 812 Competizione. Nove i modelli a combustione interna e quattro gli ibridi. I ricavi netti sono arrivati a 1,4 miliardi (+20,5%), l’utile netto a 297 milioni (+24%). Ovviamente la parte del leone nei ricavi l’hanno fatta le automobili, incluse le personalizzazioni e le parti di ricambio (1,2 miliardi). Altri 130 milioni (+15%) sono arrivati da sponsorizzazioni e proventi commerciali e relativi al marchio.

Il free cash flow industriale è stato positivo per 269 milioni. L’Ebitda è salito del 27% a 537 milioni di euro, con margine aumentato di 200 punti base a 37,6%. Ebit a 385 milioni (+25%) con margine al 26,9% (+100 punti base). L’Eps (utile per azione) base è risultato pari a 1,63 euro (+25%) e quello diluito 1,62 euro (+26%). I risultati trimestrali sono stati migliori delle attese del mercato: il consensus di FactSet era per ricavi pari a 1,384 miliardi, un Ebitda di 506 milioni con margine al 36,5%, un Ebit di 356 milioni e margine al 25,7% e un utile netto di 271 milioni di euro, con Eps di 1,51 euro.

Il titolo è stato sospinto anche dalla previsione di un ottimo secondo trimestre, quando inizieranno le consegne della prima quattro-porte del Cavallino rampante, la Purosangue. Sono stati riaperti anche gli ordini dopo una sospensione dovuta all’overbooking per la 12 cilindri che di listino parte da 390mila euro. Con un caveat: Ferrari ha deciso di aumentare i prezzi tra il 5 e il 7% su mercati e modelli selezionati, per fare fronte ai maggiori costi dovuti all’inflazione. Nessun coinvolgimento nella guerra dei prezzi, quindi. «Il nostro portafoglio ordini – ha commentato l’amministratore delegato Benedetto Vigna – si estende fino al 2025. I prezzi? I conti devono tornare».

Vigna, fisico con 26 anni alle spalle in Stmicroelectronics, è diventato ceo del brand del lusso tra i più forti al mondo dal 1 settembre 2021. In Stm ha guidato la divisione più importante e redditizia, che aveva portato a superare i 4 miliardi di dollari di ricavi. Sotto la sua regia sono nati i sistemi microelettromeccanici (mems) usati anche in note console per videogiochi e il giroscopio a tre assi che ha esordito sugli iPhone nel 2010. Con lui il valore in Borsa del Cavallino è salito quasi del 40%. «Un’esperienza molto positiva – è il suo giudizio di questi 20 mesi – perché in Ferrari si fa innovazione a tutti i livelli, anche di sistema. E si creano prodotti per i clienti».

Vigna ha una visione originale sull’elettrificazione dell’Auto. Più che di rivoluzione parla di evoluzione. «L’attuale transizione tecnologica, che durerà decenni, sta creando un panorama in continua evoluzione. Dalla mia esperienza ho imparato che essere agili e veloci è la chiave del successo». Agilità e velocità secondo Vigna si traducono nel lavoro di osmosi fra i team e nella responsabilizzazione dei singoli, ad ogni livello.

Quanto alla crescita per gli anni a venire l’amministratore delegato di Ferrari la vede in un’offerta differenziata e nell’E-building, la casa futura dell’elettrificazione a Maranello (il primo modello a batteria è previsto nel 2025). Il risultato? L’obiettivo al 2030, un mix (con qualche flessibilità, anche in base alle richieste dei clienti) che vedrà al 20% i motori a combustione interna (Ice), al 40% gli ibridi e al 40% le elettriche. Per un confronto: nel 2021 gli Ice erano all’80% e gli ibridi al 20%. Nel 2026 gli Ice saranno al 40%, gli ibridi al 55% e gli elettrici puri al 5%.

Per i motori tradizionali, però, nessuna demonizzazione. Ferrari punta alla neutralità carbonica entro il 2030, ma secondo il suo ceo «gli Ice hanno ancora un ruolo importante da svolgere». A Maranello hanno plaudito alla scelta europea di promuovere i carburanti sintetici (e-fuels). Anche perché in F1 si correrà con carburanti sostenibili già dal 2026.

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