Ferrari, conti record senza guerra dei prezzi. Vigna: «Agili e veloci nella transizione»
Il free cash flow industriale è stato positivo per 269 milioni. L’Ebitda è salito del 27% a 537 milioni di euro, con margine aumentato di 200 punti base a 37,6%. Ebit a 385 milioni (+25%) con margine al 26,9% (+100 punti base). L’Eps (utile per azione) base è risultato pari a 1,63 euro (+25%) e quello diluito 1,62 euro (+26%). I risultati trimestrali sono stati migliori delle attese del mercato: il consensus di FactSet era per ricavi pari a 1,384 miliardi, un Ebitda di 506 milioni con margine al 36,5%, un Ebit di 356 milioni e margine al 25,7% e un utile netto di 271 milioni di euro, con Eps di 1,51 euro.
Il titolo è stato sospinto anche dalla previsione di un ottimo secondo trimestre, quando inizieranno le consegne della prima quattro-porte del Cavallino rampante, la Purosangue. Sono stati riaperti anche gli ordini dopo una sospensione dovuta all’overbooking per la 12 cilindri che di listino parte da 390mila euro. Con un caveat: Ferrari ha deciso di aumentare i prezzi tra il 5 e il 7% su mercati e modelli selezionati, per fare fronte ai maggiori costi dovuti all’inflazione. Nessun coinvolgimento nella guerra dei prezzi, quindi. «Il nostro portafoglio ordini – ha commentato l’amministratore delegato Benedetto Vigna – si estende fino al 2025. I prezzi? I conti devono tornare».
Vigna ha una visione originale sull’elettrificazione dell’Auto. Più che di rivoluzione parla di evoluzione. «L’attuale transizione tecnologica, che durerà decenni, sta creando un panorama in continua evoluzione. Dalla mia esperienza ho imparato che essere agili e veloci è la chiave del successo». Agilità e velocità secondo Vigna si traducono nel lavoro di osmosi fra i team e nella responsabilizzazione dei singoli, ad ogni livello.
Quanto alla crescita per gli anni a venire l’amministratore delegato di Ferrari la vede in un’offerta differenziata e nell’E-building, la casa futura dell’elettrificazione a Maranello (il primo modello a batteria è previsto nel 2025). Il risultato? L’obiettivo al 2030, un mix (con qualche flessibilità, anche in base alle richieste dei clienti) che vedrà al 20% i motori a combustione interna (Ice), al 40% gli ibridi e al 40% le elettriche. Per un confronto: nel 2021 gli Ice erano all’80% e gli ibridi al 20%. Nel 2026 gli Ice saranno al 40%, gli ibridi al 55% e gli elettrici puri al 5%.
Per i motori tradizionali, però, nessuna demonizzazione. Ferrari punta alla neutralità carbonica entro il 2030, ma secondo il suo ceo «gli Ice hanno ancora un ruolo importante da svolgere». A Maranello hanno plaudito alla scelta europea di promuovere i carburanti sintetici (e-fuels). Anche perché in F1 si correrà con carburanti sostenibili già dal 2026.