Il 2024 rappresenta un anno significativo per la Formula 2, non solo perché vede la presenza di tanti nuovi talenti affiancare altri astri nascenti, ma anche perché coincide con il nuovo ciclo tecnico. Come è spesso accaduto in passato, anche in questo caso gli ingegneri della Federazione che hanno contribuito a dare vita al progetto hanno cercato di ripescare alcuni concetti e idee visive dalla Formula 1, ma non senza un tocco di originalità.
La zona del muso, il fondo e l’ala posteriore sono state completamente riviste per tentare di ridurre le turbolenze in scia, ma anche per avvicinare il comportamento dell’auto a quello delle attuali macchine della massima serie. Chiaramente, la differenza a livello prestazionale è ancora elevata, ma la Formula 2 rappresenta anche un banco per provare delle novità in ottica futura.
L’ala posteriore
L’ala posteriore “standard” che è stata utilizzata nei primi appuntamenti della stagione
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
Di base, questo approccio per aumentare l’efficienza dell’ala mobile è stato pensato anche tenendo a mente come obiettivo quello di ridurre i trenini DRS, aspetto su cui sta lavorando anche la Formula 1 in ottica 2026.
Tuttavia, è chiaro che, su circuiti molto veloci come Spa o Monza, un DRS così efficace potrebbe creare degli scompensi importanti tra chi attacca e chi difende. Negli scorsi anni, i team avevano un’ala “fissa”, ma con l’opportunità di regolare l’inclinazione del mainplane e del flap tramite degli agganci appositi ai due endplate laterali. Con il design di quest’anno, invece, ciò non è più possibile perché, come avviene in Formula 1, si dovrebbe andare a ridisegnare totalmente il mainplane e a modificare a parte il flap.
Confronto tra la specifica standard e quella a basso carico testata a Barcellona
Foto di: Gianluca D’Alessandro
Per questo, gli ingegneri della FIA hanno optato per una configurazione “flessibile”, con un mainplane che non produce molto carico ma che si può adattare alla maggior parte dei tracciati. Al contrario, il flap dell’ala mobile, che produce tanto drag, può essere modificato a seconda delle esigenze dei vari circuiti, tra l’altro con una spesa nel complesso ridotta, per cui si è effettuato un ragionamento su più livelli.
Nel corso dell’ultima sessione di test in Spagna, a Barcellona, è stata provata una nuova configurazione alare che non ha ancora fatto il proprio debutto “ufficiale” in gara nel corso di questa stagione. Si tratta di una configurazione a basso carico che, come anticipato, lascia inalterata la struttura principale, andando ad agire direttamente sul flap del DRS. Le parti più esterne sono state assottigliate per ridurre il drag, mentre la parte interna presenta una forma a “campana” per garantire comunque una certa efficacia nell’apertura dell’ala mobile, ma senza creare un delta troppo marcato. A ciò si aggiunge anche la rimozione del gurney flap nella parte superiore dell’ala.
Di conseguenza, anche l’ala anteriore è stata rivista per ribilanciare la vettura: per quanto si è visto nel corso dei test in Spagna, all’avantreno la modifica consiste nella rimozione del flap superiore, il secondo, con il resto dell’ala rimasta inalterata. Anche in questo caso, la scelta è stata quella di puntare su una soluzione che permetta di riutilizzare i pezzi in un secondo momento, con un risparmio per i team sulla lunga distanza.
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