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F1 | Ferrari: la svolta è vera, Mercedes e Aston Martin dietro

Dodici mesi fa la Ferrari si aggiudicò il Gran Premio d’Austria. Nessuno poteva immaginarlo, ma da quel momento iniziò un digiuno che dura tutt’ora. Un anno dopo la Ferrari ha lasciato Spielberg con una seconda ed una quarta posizione, dando l’impressione di aver imboccato la via per la risalita. Alla vigilia della trasferta austriaca il grande interrogativo era legato alla gestione delle gomme in gara, una vera spina nel fianco della SF-23 da inizio stagione.

Il precedente Gran Premio del Canada aveva dato indicazioni positive, promuovendo gli aggiornamenti portati in pista, ma nel corso di inizio stagione era già capitato (a Baku) di vedere dei passi avanti risultati poi essere legati alla conformità della pista.

Dopo i 71 giri completati a Spielberg c’è tutto per credere che quello di Montreal non sia stato un caso, il passo avanti della SF-23 è tutto suo, e non legato alla conformazione di un tracciato amico.

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Charles Leclerc, Ferrari SF-23

Photo by: Steven Tee / Motorsport Images

Il podio conquistato da Leclerc, ma anche la gara molto bella di Sainz, assumono un valore importante soprattutto nell’ottica di una stagione ancora lunga, tredici gare che a Maranello sperano di vivere in modo diverso rispetto all’avvio di campionato. Frederic Vasseur aveva ragione quando nella tarda serata di Sakhir commentava i risultati deludenti del Gran Premio del Bahrain. “Non ho mai visto un progetto sbagliato che però riesce ad andar bene su un giro”, rispondeva il team principal della Scuderia a chi parlava già di voltare pagina.

Quasi quattro mesi dopo la SF-23 non è più solo bella di sabato, ma sembra poter dire la sua anche in gara. Ovviamente tutto questo al netto del passo della Red Bull, ma questo è un altro discorso nonché un altro problema, condiviso però con tutto il resto del paddock.

“Abbiamo fatto due terzi del lavoro – ha commentato dopo la corsa Vasseur – ci attende l’ultima parte, la più difficile, ma ora sappiamo che siamo nella giusta direzione”. La Ferrari a Spielberg è andata meglio di Mercedes e soprattutto di Aston Martin, e se si riavvolge il nastro di qualche settimana, è tutt’altro che un risultato scontato.

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Charles Leclerc festeggia il secondo posto nel GP d’Austria

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Leclerc si è ripreso dopo un sabato da dimenticare, facendo il Leclerc. Aggressivo al via (ma la battaglia con Verstappen era di quelle dall’esito scontato) e molto costante nel secondo e terzo stint, con una monoposto finalmente “consistente”, come il monegasco auspicava da tempo. Solo nella prima fase di gara è sembrato faticare più di Sainz, ma la squadra lo ha tranquillizzato informandolo che il compagno di squadra non lo avrebbe attaccato. Carlos è sembrato in grado di infastidirlo grazie anche alle tre zone DRS, che in Austria garantiscono un notevole vantaggio, ma a compromettere le ambizioni da podio dello spagnolo è stata la Virtual Safety Car scattata al quattordicesimo giro.

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Carlos Sainz, Scuderia Ferrari, a contatto dei tifosi

In quel momento Sainz era terzo a meno di un secondo da Leclerc, e il muretto Ferrari ha deciso di richiamare entrambi ai box per il pit-stop. Carlos ha chiesto di restare in pista, conscio che avrebbe perso tempo per attendere il cambio gomme di Leclerc, ma la squadra ha chiamato entrambi.

Sainz ha perso circa quattro secondi in attesa del pit-stop di Charles, ed altri due a causa della bandiera verde scattata mentre era ancora in pit-lane. I sei secondi complessivi di ritardo gli sono costati tre posizioni, che Sainz ha dovuto recuperare passando Norris, Hamilton e Perez, un forcing che non ha aiutato la vita dei suoi pneumatici.

Una volta tornato in terza posizione Carlos si è ritrovato a sei secondi da Leclerc, e ha dovuto montare il set finale di hard cinque giri prima di Perez, che poi lo ha passato a dieci giri dal termine.

Quella di Sainz non è stata però una resa scontata. Per sei giri ‘Checo’ ha provato in tutti i modi a passare la Ferrari, ma Carlos con una guida corretta e molto intelligente, ha respinto gli assalti della Red Bull, molto più veloce sul giro. In questo frangente Perez ha perso tempo prezioso nei confronti di Leclerc e, soprattutto, ha stressato le sue gomme, due aspetti che hanno contribuito a far vivere a Leclerc una fase finale della corsa più tranquilla del previsto.

Carlos, autore complessivamente di un’ottima domenica, non ha nascosto un po’ di delusione per l’esito di una gara in cui avrebbe dovuto salire sul podio, ma a determinare le gerarchie non è stata la corsa (scenario in cui gli ingegneri valutano l’interesse della squadra) quanto la performance nella Q3 in qualifica, ed è qui che Leclerc riesce molto spesso a fare la differenza, garantendosi una migliore posizione di partenza.

“Avevamo un piano ben preciso – ha spiegato Vasseur – che prevedeva di mantenere le posizioni del primo giro fino al termine dello stint, senza attaccarci. L’obiettivo era quello di prendere il maggior margine possibile sul gruppo alle spalle, ed abbiamo fatto come previsto. Capisco i piloti, ma quando sei in macchina non hai la visione d’insieme della gara”.

Dopo molto tempo a fine gara si è tornati a parlare di piloti e strategie, e può essere visto come un aspetto positivo. Gli animi si scaldano sempre quando c’è qualcosa di importante per cui lottare, e la Ferrari è tornata a poter garantire ai suoi piloti almeno un gradino sul podio.

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