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F1 | Ferrari: la SF-23 all'esame dei curvoni veloci

Sulla carta la pista di Silverstone sembra meno adatta alle caratteristiche della SF-23, anche se la Ferrari è la squadra che ha messo il suo nome nell’albo d’oro del GP di Gran Bretagna l’anno scorso con Carlos Sainz, con lo spagnolo al suo primo successo in Formula 1.

A Marco Froio, ingegnere romano 37enne, specialista nella gestione delle gomme della Scuderia, abbiamo chiesto di inquadrare la trasferta inglese della rossa.

Si corre a Silverstone, una pista completa e molto impegnativa per piloti e vetture. Anche le gomme sono particolarmente stressate qui, per quale ragione?

“Sicuramente si tratta di una delle piste più impegnative del mondiale per le gomme. A renderla così gravosa sono principalmente due fattori: l’elevata velocità media di percorrenza e la presenza di molte curve ad alta velocità”.

“Il primo induce carichi verticali elevati che mettono a dura prova la resistenza strutturale degli pneumatici. Il secondo impone carichi laterali estremi soprattutto sull’anteriore sinistra, che determinano un consumo elevato del battistrada e un surriscaldamento che porta la gomma a lavorare ad una temperatura non ottimale”.

f1 | ferrari: la sf-23 all'esame dei curvoni veloci

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

A partire da questa gara Pirelli porta delle gomme nuove per tipologia di costruzione. Come mai e in cosa differiscono dalla tipologia precedente?“Pirelli ha deciso di sostituire la specifica di gomme utilizzate fino ad ora con una nuova perché già nella prima parte della stagione si sono raggiunti livelli carico superiori a quelli previsti nelle simulazioni alla fine dello scorso anno. I team stanno portando in pista sviluppi continui, che determinano un significativo incremento del carico aerodinamico che le vetture sono in grado di generare e che le gomme sono chiamate a sostenere”.

“Pertanto, Pirelli ha deciso di irrobustire la costruzione degli pneumatici per aumentarne la resistenza alla fatica, senza dover ricorrere ad un aumento importante delle pressioni minime prescritte. Non è un caso che tale cambiamento avvenga proprio a Silverstone, visto lo stress che questa pista pone sulle gomme”.

Qual è il percorso che ti ha portato in Ferrari e ci dici cosa si prova a rappresentare la Scuderia in Formula 1?“Mi sono laureato in ingegneria aerospaziale all’università La Sapienza di Roma, e prima di approdare in Ferrari, circa 8 anni fa, ho lavorato come aerodinamico in galleria del vento. Far parte della Scuderia rappresenta per me un’opportunità unica, che mi ha permesso di fare della mia passione il mio lavoro, e mi consente di crescere al fianco di professionisti tra i migliori del settore. È motivo di orgoglio, ma anche e soprattutto di responsabilità verso i tifosi che ci supportano in ogni angolo del mondo”.

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