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Cosa sono le Pompe Bianche: perché i prezzi della benzina sono più bassi e dove trovarle

cosa sono le pompe bianche: perché i prezzi della benzina sono più bassi e dove trovarle

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Per una serie di motivi si differenziano dai distributori per i prezzi che applicano a diesel e benzina. E perciò se ne parla molto in questi giorni di caro carburanti all’ordine del giorno. Le “pompe bianche”, che in Italia esistono da circa vent’anni, appetibili per i bassi costi, che non dipendono da una grande marca della distribuzione e che con queste non hanno vincoli. Il governo Meloni intanto ha annunciato alcune modifiche al decreto legge approvato martedì scorso: la principale riguarda i maggiori introiti incassati dallo Stato dall’IVA sulla benzina che saranno investiti per abbassare le accise sui carburanti – il cui taglio è scaduto lo scorso 31 dicembre causando una nuova impennata dei prezzi.

Le cosiddette “pompe bianche” sono distributori indipendenti che spesso offrono benzina e gasolio a prezzi più bassi. Sono dette anche stazioni di rifornimento “no logo” ed esistono in Italia da diversi anni. Ce ne sono in Italia 7.700 – i distributori sono 22mila in tutto. Svincolate da un sistema monopolistico di acquisto, offrono prezzi tendenzialmente più bassi. Le loro spese sono alleggerite anche dai costi onerosi legati a marketing e comunicazione pubblicitaria oltre che alla filiera distributiva. Non applicano quindi offerte e promozioni, campagne pubblicitarie, premi e bollini.

Le “pompe bianche” riescono in alcuni casi a diversificare le proprie forniture grazie alla loro rete di rapporti. Spesso e volentieri le stesse non applicano una tariffa maggiore per il prodotto servito. Devono comunque rispettare gli standard qualitativi delle altre stazioni, sono sottoposte anche queste a controlli in fase di produzione e distribuzione. La convenienza dei prezzi dipende quasi esclusivamente dall’accorciamento della filiera distributiva.

Per individuarle è possibile scaricare dal sito https://www.pompebianche.it/ un’app per smartphone. Sullo stesso sito si legge la descrizione: “Le pompe bianche sono stazioni di servizio indipendenti che non fanno parte del circuito delle compagnie di distribuzione di carburante più note. Presso queste stazioni di servizio ‘no logo’ normalmente il prezzo non varia a seconda della tipologia di servizio ed è possibile risparmiare fino a 10 centesimi al litro rispetto alla media del servito”.

Al Corriere della Sera il Presidente della Figisc, la Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti di Confcommercio, ha detto: “Si indaghi sui carburanti importati illegalmente che rappresentano il 30% del totale. Qui lo stato perde 13 miliardi di euro”. In un’audizione in commissione parlamentare di inchiesta sulle mafie il direttore uscente dell’Agenzia delle Dogane, Marcello Minenna aveva segnalato: “Sul tema delle accise sono stati fatti controlli sulle frodi carburanti, fondamentalmente collegabili al fenomeno delle pompe bianche”. Il comandante generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, nella stessa audizione: “Si tratta principalmente di settori della logistica petrolifera e di distributori senza logo, cioè pompe bianche, attraverso cui le organizzazioni criminali realizzano le condotte evasive che consentono di immettere sul mercato carburante a prezzi fortemente concorrenziali”.

Il decreto approvato martedì scorso prevedeva che i distributori esponessero accanto al proprio prezzo di vendita quello della media nazionale pubblicato ogni giorno dal ministero delle Imprese e del Made in Italy. Per scongiurare presunte speculazioni. Altre modifiche introdotte ieri: la proroga della non tassabilità dei buoni benzina fino a 200 euro ceduti dai datori di lavoro privati ai dipendenti e una norma per il rimborso spese dei pendolari con i mezzi pubblici. Le associazioni di categoria hanno annunciato ieri uno sciopero per i prossimi 25 e 26 gennaio contro “un esecutivo a caccia di risorse per coprire le proprie responsabilità politiche”.

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