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C’erano una volta le strisce pedonali: si rifà l’asfalto ma mancano le strisce

Sbiadite in toto o in parte, deteriorate, in alcuni punti del tutto mancanti. In ogni caso, pericolose. Per una categoria di utenti della strada, soprattutto: vale a dire i pedoni, che sulla loro presenza fanno affidamento per attraversare vie e corsi della città, salvo dover prestare più attenzione del solito alle auto in corsa. In queste condizioni, non certo ottimali, versano decine di strisce pedonali a Torino. Parliamo delle tradizionali zebrature, che ad ogni incrocio dovrebbero garantire a chi si muove a piedi (o in bici) un attraversamento sicuro. Se ne incontrano dappertutto, con una prevalenza nel centro città, dove le zebrature semi-invisibili sono più numerose che nelle periferie. Soprattutto, capita di trovarne in quantità dove la presenza di strisce impeccabili sarebbe invece indispensabile: vale a dire lungo gli assi ad alto scorrimento, dove le auto viaggiano a velocità sostenuta, o vicino a punti sensibili quali ospedali, stazioni ferroviarie o piazze dei mercati rionali, dove ogni giorno è intenso il passaggio di pedoni.

È l’effetto combinato di due fattori: primo, la limitata durata della vernice utilizzata, che non resiste sull’asfalto più di 6-8 mesi; secondo, le non sempre puntuali operazioni di tracciatura, rispetto alle quali alle zebrature vengono spesso privilegiate altre strisce (in queste settimane le uniche tracciate da Gtt sono quelle per la sosta a pagamento, in centro). Due elementi cui se ne aggiunge un terzo: negli spicchi di asfalto più «battuti» da pedoni e auto le strisce si deteriorano più in fretta.

Per intenderci: tra le strisce meno visibili, nella zona Ovest, ci sono quelle nei corsi Racconigi e Monte Grappa; nella zona Sud, invece, si incontrano in via Vigliani, corso Traiano e in piazza Carducci, in particolare davanti alle Molinette; nella periferia Nord sono malmesse le zebrature in corso Novara, nell’area mercatale di piazza Crispi e all’incrocio corso Toscana/corso Cincinnato (dove, a febbraio 2022, una donna di 77 anni era morta dopo essere stata travolta da un tram proprio sulle strisce); in precollina i punti più critici sono in piazza Zara e in corso Fiume (semi-cancellata la zebratura all’angolo con via Manara su cui, sei anni fa, erano stati investiti e gravemente feriti una donna di 71 anni e il nipote di 8).

Un capitolo a parte lo merita il salotto di Torino. Per chi si reca in centro per una passeggiata, o per i turisti a caccia di piazze e monumenti storici, sono tanti i punti in cui prestare attenzione. In piazza Vittorio sono due le zebrature poco visibili, in piazza Statuto e piazza Solferino altrettante quelle quasi cancellate. In corso Vittorio c’è un ampio tratto con le strisce semi-sbiadite, compreso quello davanti a Porta Nuova. E poi c’è corso Re Umberto, appena riasfaltato: «I lavori sono stati ultimati due settimane fa ma delle zebrature non c’è ancora traccia» denuncia Federico Rolando, consigliere in Circoscrizione 1, tassista.

Il tema interessa anche i ciclisti, cui sono riservare le zebrature con le due file di quadratoni ai lati delle strisce. Anche in questo caso non mancano le lamentele, sempre con un focus su una strada fra le più trafficate: «In corso Francia le strisce coi quadrotti sono in gran parte semi-cancellate» sbuffa Diego Vezza, presidente della consulta per la mobilità ciclistica.

C’è poi il caso della Circoscrizione 2. Qui il coordinatore alla Viabilità, Alessandro Nucera, lo scorso aprile aveva chiesto al Comune di muoversi in direzione opposta. Vale a dire: non di ridisegnare, bensì di cancellare dall’asfalto le tre zebrature più a rischio di Santa Rita e Mirafiori, transennandole ai due lati per impedire l’attraversamento (due in corso Agnelli, la terza in corso Orbassano). Operazioni, però, fin qui non realizzate: il 27 luglio una donna di 56 anni si era fratturata costole e bacino dopo essere stata travolta da una Panda proprio sulle strisce di corso Orbassano.

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