Q&A con Larry Ten Voorde e i ragazzi dello Scholarship Programme
Ne è uscito fuori “un meeting di ispirazione”, come ha sottolineato Aldo Festante, capace fra l’altro di colpire ed emozionare non soltanto gli stessi giovani al quale era dedicato. Naturalmente le parole di Ten Voorde, pur provenendo da un driver comunque ancora giovane e abbondantemente under 30, hanno le basi solide di un vastissimo mondo di esperienze maturate (soprattutto in ambito Porsche), ma l’olandese ha descritto anche alcuni particolari dei suoi inizi di carriera, quando è addirittura andato a chiedere dei prestiti per sovvenzionarsi.
Ma è soprattutto sull’attitudine, la mentalità, l’appuntarsi tutto e l’abnegazione verso il lavoro e il rispetto per se stessi, i colleghi, i team e i commissari (che… hanno sempre ragione) si è concentrato Ten Voorde nelle sue risposte.
Per fare un altro esempio, Giuseppe Guirreri, il più giovane fra i rookie quest’anno con i suoi 17 anni appena compiuti, ha chiesto consigli per un pilota che è proprio all’inizio della carriera e Ten Voorde ha così risposto: “La prima cosa è iniziare a concentrarsi e riflettere sulle proprie esperienze personali. Imparare di continuo da quelle. All’inizio non è quanto riesci a brillare, ma quanto duramente lavori. Ad esempio, prima di questo weekend a Misano ho percorso 250 giri al simulatore”.
Eppure a Misano l’olandese aveva già vinto due gare a maggio, quindi non ne avrebbe neppure avuto bisogno: “Ne hai sempre bisogno. Ho imparato dal mio mental coach che il dopo una gara è già il prima dell’altra”. Insomma, un personaggio ormai affermato che continua a non trascurare i piccoli dettagli e nel contempo rimane rispettoso di tutti gli elementi del circus di cui fa parte.
“Ricordo il mio primo anno in Carrera Cup nel 2020 – ha commentato al termine Festante, che quell’anno guadagnò la nomination dello Scholarship Programme -: lui ha vinto la Supercup e io lo seguivo molto. Un pilota di gran livello. E’ stato motivante ed emozionante scoprire che cosa c’è dietro a un campione così. Fa capire che una gara, una qualifica o una stagione andata male non significano niente se sei uno che ha voglia di lavorare e sacrificarsi ogni giorno di più. Ed è ciò che a volte serve a noi che magari sotto pressione ci sentiamo persi. Ascoltare queste parole di conforto ci fa capire che non casca tutto dal cielo, piuttosto bisogna lavorare duramente e anche davanti alle sconfitte rafforzarsi come ha fatto e tuttora fa lui”.
Coincidenza, proprio ieri sera poi Ten Voorde è stato costretto al ritiro mentre era al comando di gara 1 e ha perso la testa della classifica generale della Carrera Cup Italia. Ai microfoni non ha fatto una piega: “Davvero un peccato, ma sono le corse!”.