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Caro-carburanti: perché c’entra l’embargo alla Russia (e in autostrada si paga di più)

La causa del rialzo del prezzo dei carburanti e in particolare del gasolio che sfiora i 2,5 euro al litro? Oltre al ritorno al gran completo delle accise dal primo gennaio 2023, la motivazione — come in ogni mercato libero regolato dalla legge della domanda e dell’offerta — è la più classica di tutte: quando un bene scarseggia, o rischia di scarseggiare, a fronte di una richiesta alta, il prezzo sale. Un dato su tutti: con l’embargo ai prodotti petroliferi russi, dal 5 febbraio (dati Unem) mancherà il 30% del gasolio consumato in Europa, l’unico continente che in questi ultimi anni ha tagliato la sua capacità di raffinazione.

L’eccesso di domanda

«La crescita dei prezzi dei carburanti — spiega Simona Benedettini, economista dell’energia — non ha a che fare con la speculazione, ma ГЁ essenzialmente dovuta a una condizione di eccesso di domanda causata da un rallentamento degli investimenti nella produzione dei combustibili e, piГ№ in generale, a colli di bottiglia nell’offerta di petrolio e nella raffinazione che riguardano soprattutto il gasolio. Г€ un dato comune a tutti i Paesi Ue. Al netto delle imposte, la media nell’area euro dei prezzi di benzina e gasolio ГЁ salita. Poi le accise fanno il restoВ». Eppure, quando si va dal distributore (il prezzo ГЁ stato liberalizzato dal 1991), si pagano prezzi che spesso vanno oltre l’aggiunta dei 18 centesimi delle famose accise rimesse dal primo gennaio. La colpa non ГЁ delle quotazioni sui mercati internazionali: un barile di petrolio costa circa come un anno fa e meno rispetto alla fine di dicembre.

I due balzelli

Qualche piccolo ritocco all’insù di altre voci di costo c’è stato. Come anticipato da Staffetta Quotidiana, sono salite altre due voci che incidono sui prezzi: il costo di miscelazione dei biocarburanti nei carburanti fossili (passato da 5,5 a 6 centesimi al litro), e i «delta» che le compagnie applicano ai rivenditori. Balzelli che hanno effetti soprattutto sulle «pompe bianche», cioè le stazioni di servizio indipendenti. Eppure, il costo della materia prima non è aumentato. «La lunga filiera della logistica dei carburanti — spiega Azzurra Pacces, esperta di petrolio della Staffetta — si sta preparando al “corto” di prodotto. Con l’embargo alla Russia scattato il 5 dicembre 2022, aver perso la fornitura di greggio degli Urali è un problema per l’approvvigionamento raffinerie europee, in particolare per quelle tedesche e per quelle sul Baltico. Dal 5 febbraio, quando scatterà l’embargo anche sui prodotti raffinati come il gasolio, la situazione peggiorerà ulteriormente. I rivenditori all’ingrosso prevedono problemi e si stanno portando avanti».

Autostrade, si pagano anche le royalty

Ma perché sulle autostrade si paga molto di più? «Perché — spiega Benedettini — i distributori sostengono un costo aggiuntivo dovuto alla corresponsione di un canone al gestore dell’autostrada. Inoltre, i distributori hanno costi del personale più elevati in quanto i punti vendita di solito non sono mai completamente sprovvisti di staff». «E — aggiunge Pacces — le gare per aggiudicare a chi affidare i rifornimenti sono al rialzo: vince chi paga royalty più alte, che poi scarica sui prezzi».

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