La causa del rialzo del prezzo dei carburanti e in particolare del gasolio che sfiora i 2,5 euro al litro? Oltre al ritorno al gran completo delle accise dal primo gennaio 2023, la motivazione — come in ogni mercato libero regolato dalla legge della domanda e dell’offerta — è la più classica di tutte: quando un bene scarseggia, o rischia di scarseggiare, a fronte di una richiesta alta, il prezzo sale. Un dato su tutti: con l’embargo ai prodotti petroliferi russi, dal 5 febbraio (dati Unem) mancherà il 30% del gasolio consumato in Europa, l’unico continente che in questi ultimi anni ha tagliato la sua capacità di raffinazione.
L’eccesso di domanda
I due balzelli
Qualche piccolo ritocco all’insù di altre voci di costo c’è stato. Come anticipato da Staffetta Quotidiana, sono salite altre due voci che incidono sui prezzi: il costo di miscelazione dei biocarburanti nei carburanti fossili (passato da 5,5 a 6 centesimi al litro), e i «delta» che le compagnie applicano ai rivenditori. Balzelli che hanno effetti soprattutto sulle «pompe bianche», cioè le stazioni di servizio indipendenti. Eppure, il costo della materia prima non è aumentato. «La lunga filiera della logistica dei carburanti — spiega Azzurra Pacces, esperta di petrolio della Staffetta — si sta preparando al “corto” di prodotto. Con l’embargo alla Russia scattato il 5 dicembre 2022, aver perso la fornitura di greggio degli Urali è un problema per l’approvvigionamento raffinerie europee, in particolare per quelle tedesche e per quelle sul Baltico. Dal 5 febbraio, quando scatterà l’embargo anche sui prodotti raffinati come il gasolio, la situazione peggiorerà ulteriormente. I rivenditori all’ingrosso prevedono problemi e si stanno portando avanti».
Ma perché sulle autostrade si paga molto di più? «Perché — spiega Benedettini — i distributori sostengono un costo aggiuntivo dovuto alla corresponsione di un canone al gestore dell’autostrada. Inoltre, i distributori hanno costi del personale più elevati in quanto i punti vendita di solito non sono mai completamente sprovvisti di staff». «E — aggiunge Pacces — le gare per aggiudicare a chi affidare i rifornimenti sono al rialzo: vince chi paga royalty più alte, che poi scarica sui prezzi».