Nuova Beta Alp 4.0, è ancora lei la moto migliore per la montagna? Il nostro TEST
Una generazione totalmente nuova
Così lo scorso EICMA abbiamo potuto vedere finalmente il nuovo corso della Alp. Al fianco della già nota Alp 200 sono apparse non una ma ben due Alp 4.0. Oltre alla versione con ruote da 21″ e 18″ è apparsa anche l’inedita X con ruote da 19″ e 17″, faro tondo ed un’estetica più urbana. Un po’ come dire che questa montanara si è evoluta e ora sa andare ben oltre ad un sentiero. Gli ingredienti sono sempre gli stessi, ma il progetto è tutto nuovo: il motore è ora un monocilindrico fornito da Tayo Motorcycles, gruppo cinese con cui Betamotor ha avviato da tempo una collaborazione. Per farla breve è lo stesso motore che equipaggia le Zontes, marchio la cui distribuzione in Italia guarda caso è affidata proprio a Distribike azienda che fa sempre capo a Betamotor e della quale può sfruttare logistica e know-how.
Alcune scelte fanno discutere
A far discutere di più gli appassionati della Alp, però, sono perlopiù scelte estetico/funzionali che non prestazionali. Gli elementi maggiormente sotto accusa sono lo scarico, che ora passa sotto al motore ed ha un silenziatore corto, compatto, ma basso rispetto a quello di norma impiegato su una enduro, e il portatarga montato a sbalzo sulla ruota. La soluzione ha di certo una ragione pratica: lasciando la coda tronca e così corta, la targa deve stare obbligatoriamente come elemento più esterno della moto. Così facendo, però, è maggiormente esposta a possibili colpi in fuoristrada. Ciò però che evidenziano queste due scelte e che forse non va giù agli amanti delle vecchie Alp è che non solo la “imborghesiscono” molto ma la rendono di fatto una moto più stradale. In effetti l’impressione è che la nuova Alp 4.0 possa essere più una moto per il commuting quotidiano che una moto da alpinismo dura e pura. A maggior ragione quando si nota la strumentazione con schermo a colori. A rimettere le cose al proprio posto, però, ci pensa la guida. Quindi… Come si guida?
Agile, compatta e facilissima sono forse i primi tre aggettivi con cui cercherei di descrivervi la nuova Alp 4.0. Il pacchetto è assolutamente convincente per funzionalità e divertimento, un po’ meno per il comfort. La moto è decisamente piccola il che la rende poco protettiva e comfortevole se vogliamo fare una lunga trasferta. Di contro, però, per lo stesso motivo è un furetto nello stretto. Il peso di 140 kg rende i 35 CV del mono Tayo molto più esuberanti di quanto si possa inizialmente immaginare. Non è un motore rabbioso o particolarmente aggressivo, anzi sono proprio la sua dolcezza e fluidità a farcelo apprezzare, ma allunga a dovere e non fa rimpiangere cavallerie superiori. Specie quando, dopo essersi divorati col sorriso curve e tornanti che più stretti non si può, ci si lancia a cuor leggero in fuori strada. Non c’è nulla che ci possa fermare o perlomeno questa è la sensazione che se ne ricava. Si ha tutto sotto controllo, la moto rimane sempre agile e controllabile. Il cambio è corto nei rapporti ma lavora bene e la risposta all’acceleratore è sempre piacevole e pronta quanto basta per arrivare in vetta senza la necessità di arrivarci per forza per primi. Non è una moto da gara ma da scoperta! Anzi, a dire il vero non è neppure detto che ci si debba arrivare in piedi, in vetta. In realtà quando ci si alza sulle pedane si scopre quanto sia molto piccola e il manubrio rimanga in basso. Questo alla lunga potrebbe causare un spo’ di mal di schiena. Quasi meglio guidarla da seduti anche in off. La sella, già un po’ rigida e stretta, non è però resa più ospitale dagli spigoli esterni: morale dellas favola dopo una giornata potreste non amarla. La porzione per il passeggero poi è proprio di rappresentanza. Tornando invece ad aspetti positivi, mi è piaciuto il feeling dei freni sia su strada sia sullo sporco dove si può escludere l’ABS.
Pro e Contro
- Pro: Erogazione motore
- Pro: Unicità progetto
- Pro: Efficacia impianto frenante
- Contro: Scarico e porta targa bassi
- Contro: Sella un po’ dura e spigolosa
- Contro: Dimensioni fin troppo compatte nella guida in piedi
- Contro: Design blocchetti elettrici un po’ datato
In collaborazione con Automoto.it