Una scena del film “Race for Glory – Audi vs Lancia”
L’ATTORE. «Io stesso non ero un appassionato di rally», rivela Scamarcio, anche co-sceneggiatore, «poi mi sono imbattuto in un video della famosa gara del 1983 e sono rimasto molto colpito: in gioco erano il coraggio e l’astuzia degli italiani che riescono a mettere in crisi l’arroganza della tecologia e del denaro dei tedeschi. Qusta storia può essere considerata un’altra partita Italia Germania 4 a 3. Ci circorda chi siamo e da dove veniamo, un’Italia che ahimé non c’è più. E soprattutto esalta il mondo semplice e onesto di 40 anni fa, il valore dell’amicizia e della creatività, il passato analogico contrapposto al presente che punta sui supereroi».
IL TEAM MANAGER. Quando Scamarcio ha deciso di portare sullo schermo quella sfida tra auto del 1983, ha scoperto che il vero Cesare Fiorio, torinese, oggi 84 anni, vive da tempo nelle Puglie, a pochi chilometri dall’azienda agricola dell’attore. «È stata una grande emozione rivedersi sullo schermo anche perché il film parla di una vittoria particolarmente significativa, perché noi non avevamo ancora la tecnologia dell’Audi, l’avremmo avuta dall’anno dopo», commenta Fiorio, che nel film appare anche in un cameo, mentre Lapo Elkann fa suo nonno Gianni Agnelli, «si racconta anche l’epoca in cui si c orrevano i rally due ali di folla, entrando nei paesi e nelle città. Quelle gare erano importanti come quelle di Formula 1».
LA ”FILOSOFIA”. Nel film Fiorio-Scamarcio ammette: «La mia più grande paura è non vincere». Vale anche per Scamarcio? «Vorrei poter rispondere di no, ma anch’io come Fiorio ho paura del fallimento», risponde l’attore, «e anche se nel corso degli anni ho imparato a mettere nel conto la sconfitta, lo ammetto: perdere non mi piace proprio».