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Vespa velutina (o calabrone asiatico), l’apicoltore: “Un flagello, ecco come difendersi”. La mappa dell’espansione

vespa velutina (o calabrone asiatico), l’apicoltore: “un flagello, ecco come difendersi”. la mappa dell’espansione

Vespa velutina (o calabrone asiatico), l’apicoltore: “Un flagello, ecco come difendersi”. La mappa dell’espansione

Roma, 24 gennaio 2024 – La Vespa velutina – o calabrone asiatico -, è un predatore alieno che minaccia sempre più la vita delle api e degli insetti. Dall’Italia all’Europa.

L’apicoltore Fabrizio Zagni  (‘Le api di Airole’) lo ha capito quando ancora l’allarme era all’inizio, ormai diversi anni fa. E proprio per questa dedizione, ha sperimentato con gli enti di ricerca – dal Crea di Bologna al Cnr all’università di Pisa – “un metodo che dai test risulta avere un grande successo ma ancora deve essere autorizzato. Servono investimenti importanti per compiere questo passaggio. Io ho brevettato il sistema e lo metto a disposizione per chi voglia svilupparlo. Speriamo in un’attenzione della politica e dell’imprenditoria. Gli apicoltori lo aspettano”.

A questo link tutte le info scientifiche

Vespa velutina, è allarme in tutta Europa

Premette Zagni: “La Vespa velutina, è bene ribadirlo, non è un patogeno delle api o un predatore autoctono ma è stata importata. Come tutte le specie aliene, provoca grandi squilibri perché non trova ostacoli”. Per questo il calabrone asiatico “sta creando enormi problemi in tutta Europa. Ha invaso Francia, Spagna, Portogallo, Olanda, Germania, Inghilterra, in Italia si sta espandendo continuamente.  In Liguria, nella parte di Ponente dove è arrivata, siamo disperati. Gli apicoltori perdono intere colonie, provano a ricostruirle ma è sempre una battaglia durissima”.

Come agiscono le Vespe velutine?

Le Vespe velutine “assediano le api, per catturarle al volo e mangiarle. Riescono a volare come gli elicotteri”. In altre parole: una vera azione militare. “Sì, si appostano davanti agli alveari e da luglio a novembre non fanno più uscire le api. Che si paralizzano e non arrivano a passare l’inverno proprio perché sono sfinite e con poche risorse. E fanno un grande danno anche agli insetti”.

Come ci si difende?

“Abbiamo messo a punto un progetto, il metodo Z – spiega l’apicoltore -. Un dispositivo, tipo una macchinetta, cattura le vespe, che vengono trattate con una microdose di biocida. Vengono rilasciate e non uccise. Non muoiono, sono stressate, tornano quindi direttamente nei nidi. E lì distribuiscono questa molecola anche alle altre. Alla fine muoiono tutti gli adulti, il nido non può più fare danni”.

I nidi delle Vespe velutine: cosa sapere

Tra gli ultimi casi segnalati sul sito Stopvelutina – che vede insieme apicoltori ed enti di ricerca – c’è un caso a Budrio (alle porte di Bologna).  “I nidi – chiarisce Zagni – sono praticamente introvabili. La scienza ha dimostrato che in un territorio assediato dalla Vespa velutina ci possono essere anche 10-15 nidi a chilometro quadrato, anche 70 dunque attorno a un singolo apicoltore”. 

Introvabili perché spesso si nascondono nelle chiome degli alberi. Oppure nei sottotetti, nei muri, dappertutto. Hanno un andamento stagionale, d’inverno vengono poi abbandonati, perché hanno ormai svolto la loro funzione di allevare le regine che si ibernano in balle di fieno o in posti riparati”. Quindi i nidi che vediamo in questa stagione “sono abbandonati. Distruggerli con sistemi tradizionali vuol dire iniettare veleno attraverso delle aste. Ma il problema è che quelli trovati saranno il 20-30% degli esistenti. Gli altri sono nascosti”.

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