Mercato

Veicoli commerciali, fine anno da dimenticare

A novembre le immatricolazioni sono crollate di oltre il 18% e anche a dicembre è attesa una nuova decrescita rispetto al 2022

Veicoli commerciali, fine anno da dimenticare

Sta per concludersi un 2022 tutt’altro che floreale per il segmento dei veicoli commerciali in Italia. Chi si augurava una ripresa negli ultimi mesi dell’anno resterà deluso: a novembre le vendite di nuovi veicoli commerciali nel nostro Paese sono crollate del 18,1% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, e anche a dicembre si prevede una decrescita delle immatricolazioni. Se guardiamo al cumulato da gennaio ad oggi, con 146.709 immatricolazioni il calo è stato del 12,9%, mentre dopo dicembre l’arretramento della domanda relativa all’intero anno dovrebbe ridimensionarsi, restando pur sempre intorno al 12,7%.

Quanto alla struttura del mercato, dall’analisi delle motorizzazioni si evince come nei primi dieci mesi dell’anno il diesel sia sceso al 76% di quota, mentre la benzina ha continuato a crescere raggiungendo una share del 5,6%. Bene anche il Gpl, cresciuto al 3% di quota, mentre il metano ha ridotto la propria rappresentatività all’1,3%. Uno sguardo al segmento elettrificato: i veicoli ibridi hanno continuato a guadagnare terreno arrivando all’11,2% di share, gli elettrici invece sono saliti al 2,4% delle preferenze. Cosa aspettarsi dal 2023? L’UNRAE non ha dubbi: la prima parte dell’anno dovrebbe confermare un ulteriore ripiegamento del mercato, che poi dovrebbe tornare a crescere nei mesi successivi portando a stimare per l’intero 2023 circa 170.000 veicoli, appena un 5,3% in più sul 2022.

Mercato auto Europa, la ripresa continua

“Abbiamo indirizzato al Governo le nostre proposte, che prevedono in primo luogo l’estensione dell’incentivo anche ad alimentazioni diverse dall’elettrico, compreso il diesel, a fronte di rottamazione e con importi decrescenti in funzione dell’alimentazione e della massa – ha affermato il Presidente di UNRAE, Michele Crisci – E’ inoltre urgente predisporre una rete infrastrutturale per le ricariche elettriche, anche attraverso un credito di imposta al 50%, dal 2023 al 2025, per gli investimenti privati in ricariche fast superiori e 70 Kw. In quest’ambito è necessario anche un preciso e puntuale cronoprogramma per stabilire sia obiettivi cogenti di numerosità dei punti di ricarica pubblici, in bassa e alta potenza, per singola area geografica e tipologia di strada, sia la realizzazione di infrastrutture di ricarica sulla rete autostradale, in linea con la normativa europea Afir”.

FP | Andrea Trezza RIPRODUZIONE RISERVATA

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